Ci risiamo: mezz'ora di nubifragio e un intero quartiere di Recale finisce sott'acqua. E si badi che non stiamo parlando semplicemente di strade trasformate in torrenti, come in queste ore è successo in tanti Comuni della provincia di Caserta, a cominciare dal capoluogo. No, qui parliamo di acqua che entra nei portoni, allaga box e cantine, invade i locali a pianterreno; parliamo di disagi e danni a decine di famiglie e di esercenti. Però, per favore, non tornate a raccontarci che il problema va oltre le competenze del Comune perché il collettore intercomunale è vecchio e inadeguato. Lo sappiamo già.
Non tornate a raccontarci che non esiste una soluzione a breve termine, che serve un progetto complesso e di grande portata, che serve un'intesa fra tutti i Comuni interessati, che bisogna trovare adeguati finanziamenti regionali, che ci vogliono anni di studi e di accanimento... Sappiamo già anche tutto questo. Ne abbiamo parlato l'anno scorso. C'era un Consigliere regionale; c'erano il Sindaco di Recale e quello di Macerata Campania. C'era il responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Recale.
Ricordiamo bene le analisi, puntuali e precise, svolte in quella sede. Ricordiamo le disponibilità dichiarate; ricordiamo gli impegni assunti. Per questo ci sentiamo in diritto di chiedere, semplicemente, quali passi ha fatto da dicembre ad oggi il Sindaco di Recale per dare corso agli impegni presi. Ha aperto un tavolo con i Comuni interessati? Ha avviato il lavoro di progettazione indispensabile per poter accedere a futuri finanziamenti? Sono queste le risposte che ci piacerebbe avere.
Purtroppo però, come è avvenuto in passato, non si sfugge alla sensazione che il problema venga sistematicamente trascurato proprio perché la sua soluzione richiede tempi lunghi, sicuramente più lunghi di un mandato amministrativo. Ma non è affatto vero che amministra bene chi taglia più nastri inaugurali. Amministra bene chi ha il coraggio di intraprendere il lungo lavoro necessario a tessere quel nastro, anche accettando il rischio che, alla fine, spetti a qualcun altro il piacere di tagliarlo.
Se manca questo coraggio, questa visione strategica, non si può far altro che barcamenarsi tra un'emergenza e la successiva, fino al giorno in cui un acquazzone elettorale non laverà via tutto. Senza rimpianti.