«Sulla localizzazione del biodigestore non può decidere solo Caserta: restituiamo all’Ente d’Ambito le competenze che gli spettano»
Recale - A pochi giorni dall’assemblea intercomunale che si è tenuta nell’aula consiliare di Recale e che ha espresso l’unanime dissenso al progetto di realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti in località Ponteselice, il circolo del Partito Democratico rilancia la discussione.
«Ho assistito con molto piacere all’assemblea intercomunale - esordisce Paola Landolfo, del direttivo cittadino del PD - è stato un momento di bella politica nel quale si sono ribadite le ragioni oggettive della contrarietà a un impianto che avrebbe un impatto ambientale fortissimo, per non parlare dei risvolti negativi sul piano paesaggistico. Il fatto che ben 34 amministratori del territorio, di maggioranza e di opposizione, abbiano partecipato al fianco dei sindaci Vito Marotta di San Nicola la Strada, Angelo Crescente di Capodrise, Lello Porfidia di Recale e della vice di Roberto Corsale, sindaco di Casagiove, Lucia Savignano, è un segnale istituzionale forte che non può essere ignorato. Adesso però bisogna guardare avanti, perché il progetto non è stato cancellato e resta tuttora in vigore la delibera con cui il Comune di Caserta ha approvato lo studio di fattibilità e il progetto preliminare dell’impianto. Come circolo PD di Recale - conclude Paola Landolfo - continueremo insieme ai GD la nostra iniziativa per fermare questo progetto, e lo faremo con la determinazione e la forza che ci derivano dall’essere stati i primi a lanciare l’allarme.»
Secondo il segretario del PD recalese Michele Lasco «la fuga in avanti del Comune di Caserta sul biodigestore rischia di mettere i bastoni tra le ruote al Piano Regionale dei rifiuti, del quale condividiamo appieno obbiettivi e linee programmatiche. L’opposizione suscitata fra i cittadini e gli amministratori del territorio dal progetto di localizzazione a Ponteselice, e la reazione altrettanto ostile scatenata dall’ipotesi ‘alternativa’ di Gradilli, dimostrano soltanto una cosa: nel territorio della città capoluogo non esistono luoghi idonei ad ospitare l’impianto, vuoi per motivi urbanistici, vuoi per motivi ambientali e di rilevanza turistica e culturale. Il problema può essere superato solo passando ad un livello territoriale più vasto e restituendo all’Ente d’Ambito presieduto dal sindaco di Marcianise Antonello Velardi le competenze di programmazione e di gestione che gli spettano.»