Il deputato uscente ed ex sindaco di Recale è accusato di concorso in estorsione, aggravato dal favoreggiamento di associazione mafiosa, nel processo per la vicenda della clinica "Villa del Sole".
S. Maria C.V. - Si avvia alla fase finale il processo a carico dell'ex sindaco di Recale Americo Porfidia, accusato in relazione ad un episodio della contesa scoppiata anni fa per il controllo della clinica privata “Villa del Sole” situata a Caserta sulla Nazionale Appia: nel giugno del 2004 Porfidia, socio della clinica insieme alla moglie, si sarebbe avvalso dell'appoggio della camorra per mantenere il controllo di quella struttura, una delle maggiori cliniche private convenzionate della provincia di Caserta.
Secondo le accuse del pm Alessandro Cimmino, Antimo Perreca, capozona di Recale, e Gaetano Piccolo, esponente del clan Belforte di Marcianise, avrebbero esercitato pressioni per impedire un cambio di maggioranza nel CdA mirato ad estromettere il gruppo di Porfidia dal controllo della clinica.
Proprio in seguito alle indagini della Dda di Napoli su questa vicenda, nel dicembre del 2008 il deputato eletto nelle fila di Italia dei Valori aveva abbandonato il partito dipietrista, iniziando la 'lunga marcia' che lo avrebbe portato nel 2011 a puntellare il governo Berlusconi traballante per gli scandali e il discredito internazionale.
Americo Porfidia, che si è sempre dichiarato assolutamente estraneo ai fatti, ha di recente commentato la propria decisione di non impegnarsi nelle elezioni politiche del 2013 motivandola con «...la confusione e il caos (…) frutto perverso ma scontato della mancata riforma elettorale». Alla luce della vicenda processuale, ci permettiamo di ipotizzare che siano di altra natura i motivi che lo hanno spinto a tenersi lontano dai riflettori, almeno per un po'...
Contestualmente alla richiesta di condannare l'ex sindaco di Recale a sei anni di reclusione, nella sua requisitoria il pm Cimmino ha chiesto anche 6 anni per Gaetano Tartaglione, ex consigliere comunale del Nuovo Psi a Marcianise, 8 anni per Gaetano Piccolo, boss di Marcianise, e per il boss di Recale Antimo Perreca; 3 anni per il pentito di San Felice a Cancello Vincenzo Tardi e 4 anni per Antonio Papa.