Il congresso del circolo PD di Recale (Caserta), svoltosi il 18 maggio 2013, presa in esame la situazione politica, esprime tutta la propria preoccupazione per lo stato del Partito, chiuso in se stesso alla ricerca di equilibri interni, incapace di dare ascolto alle pressanti richieste che salgono dai circoli, dagli attivisti, dal Paese.
Migliaia di donne, di uomini, di giovani che con la loro passione hanno permesso di far vivere le primarie, che in una difficile campagna elettorale hanno sostenuto la coalizione “Italia Bene Comune”, hanno ricevuto in pieno viso lo schiaffo vergognoso dei 101, si sono trovati a dover giustificare capovolgimenti di linea politica decisi senza un minimo di dibattito interno.
La nascita del governo di larghe intese con il Pdl e Scelta civica è indubbiamente stata in larga parte una scelta obbligata; la nostra responsabilità verso il Paese ci imponeva di dar vita ad un governo che desse prime risposte alle questioni più urgenti. Ma abbiamo anche una responsabilità nei confronti degli elettori ai quali abbiamo chiesto un voto per un governo di cambiamento, per l’equità sociale, per la pulizia della politica.
Noi pretendiamo di sapere se gli obbiettivi scritti nella Carta di intenti della coalizione sono ancora i nostri, o se al contrario la linea delle larghe intese è una scelta strategica, magari sdoganabile in periferia per dar vita a indecenti connubi amministrativi.
È una scelta che può essere compiuta solo attraverso un dibattito congressuale largo, aperto e centrato sui contenuti.
Noi siamo per il cambiamento. Il programma del PD nel prossimo futuro non può essere quello del governo Letta.
Dobbiamo far vivere, nel Parlamento e nel Paese, un progetto alternativo a quello del centrodestra e basato su priorità irrinunciabili.
- Il lavoro: dare una prospettiva concreta al mondo del lavoro, affrontare questioni urgenti come quella degli esodati, ridurre il cuneo fiscale, ma anche mettere in moto meccanismi che possano favorire la creazione di nuovi posti di lavoro (istruzione pubblica, beni turistici e ambiente, ricerca scientifica, innovazione tecnologica).
- Il mezzogiorno: far ripartire l'economia meridionale, intervenire sulle drammatiche situazioni di sofferenza sociale che alimentano la criminalità organizzata, valorizzare le risorse esistenti, offrire opportunità ai giovani.
- I costi della politica: dare risposte chiare alla domanda di pulizia e di efficienza della politica espresse dai cittadini, eliminando ogni tipo di privilegio, riducendo drasticamente i costi e il numero dei rappresentanti istituzionali.
- La riforma elettorale: cancellare senza esitazioni un meccanismo elettorale indegno di un Paese civile, che ha prodotto guasti gravissimi alla democrazia generando un ceto politico sottratto al controllo del corpo elettorale, soggetto a logiche di cooptazione e di fedeltà ai propri capicongrega, svincolato da qualsiasi giudizio sul valore e le capacità del singolo eletto. Un meccanismo perverso che ha isolato i politici dai comuni cittadini generando un sentimento di rifiuto e di disistima nei confronti della politica.
Il nostro stesso Partito ha sofferto pesantemente di storture e carenze di democrazia. Ne è emblema la sconcertante esperienza della provincia di Caserta, in cui designazioni dall'alto e logiche di appartenenza hanno stravolto completamente l'esito delle primarie per la scelta dei candidati, portando all'incredibile risultato per cui nessuno dei vincitori delle primarie oggi siede in Parlamento.
Le primarie per la scelta dei parlamentari devono essere sottratte alla pratica delle nomine e della fidelizzazione in gruppi verticali di appartenenza. Devono essere regolamentate affinché tornino ad essere uno strumento di democrazia piena e trasparente.
Ma è anche necessario che il Partito Democratico superi il grave scollamento tra i gruppi dirigenti ai diversi livelli e le persone che ne sono il corpo vivo, quegli iscritti e quegli elettori che vedono tradite le proprie idee, la propria passione, le proprie drammatiche necessità da un partito piegato dal correntismo e dalle convenienze personali. È necessario ristabilire il fondamentale principio di democrazia secondo cui le decisioni prese a maggioranza sono vincolanti per tutti: l'irrinunciabile rispetto delle minoranze non può trasformarsi in pretesto per boicottare o deviare le scelte politiche.
La provincia di Caserta nell'ultimo decennio ha vissuto un feroce processo di deindustrializzazione; ha visto il proprio territorio devastato e avvelenato dal traffico di rifiuti tossici, che ha compromesso anche produzioni di eccellenza nel comparto agroalimentare; è la provincia campana con il più basso tasso di occupazione giovanile e femminile; convive con la più famigerata organizzazione criminale del Paese.
Su tutto ciò, l'elaborazione del nostro partito è ferma al palo: da troppo tempo non esprimiamo un'analisi adeguata, un progetto credibile sul futuro di questi territori.
Da troppo tempo manca una direzione politica a pieno titolo del PD provinciale.
Noi chiediamo un congresso vero, di ricostruzione e di rinnovamento. Un congresso in cui non si pesino pacchi di tessere ma si confrontino intelligenze e programmi, in cui non si cerchi di espellere minoranze ma di includere tutte le risorse in un progetto comune.
I circoli territoriali rappresentano la forza e la ricchezza del PD; devono diventare il motore del suo rinnovamento, aprendosi alla società e promuovendo forme e momenti di partecipazione degli elettori, del popolo delle primarie, dell'associazionismo.
Ma devono avere peso e diritti nella vita del partito. In questi anni sono stati lasciati a se stessi, spettatori di lotte politiche o di processi decisionali che avvenivano altrove.
- I circoli devono partecipare pienamente alla formazione delle decisioni che riguardano il territorio e alla definizione delle scelte politiche generali, con modi nuovi e più frequenti di coinvolgimento degli iscritti e degli elettori.
- I circoli devono essere sostenuti con risorse sia economiche che umane per le iniziative sul territorio, la comunicazione, la formazione.
- I circoli devono essere costantemente informati delle decisioni assunte dagli organismi dirigenti e dell'attività di tutti gli eletti (parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali).
Dovremo essere capaci di una iniziativa politica completamente diversa nel modo di concepire il dialogo con la società, diversa nel linguaggio e nel modo di rappresentarsi, diversa per cultura politica e per cultura di governo.
Sebbene molte nostre strutture abbiano un sito, usiamo ancora il web come una vecchia bacheca degli avvisi. Dobbiamo costruire una rete che metta in contatto i circoli facendo circolare orizzontalmente le informazioni, che permetta di interagire continuamente con i livelli centrali, che offra strumenti di integrazione con i social network.
Tra un anno si vota per rinnovare il Parlamento europeo. Potrebbe scaturirne o la conferma della linea neoliberista attuale oppure, ci auguriamo, una svolta in direzione di quell'Europa di solidarietà, di giustizia sociale e di sviluppo delineata nel programma dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Vogliamo un Partito Democratico forte e rinnovato, capace di essere un protagonista di questa sfida.
Recale, 18 maggio 2013, il circolo PD di Recale (Caserta)