Recale: mercoledì 3 settembre è stato chiuso definitivamente il passaggio a livello di via Caturano, all’altezza della progressiva chilometrica 166+200, sul tratto Aversa - Caserta della linea Napoli - Foggia. Ed è subito partita la polemica...
La chiusura dell’attraversamento strada/ferrovia ha creato naturalmente disagi: il traffico automobilistico verso Caturano e Macerata Campania (e viceversa) deve percorrere un lungo e tortuoso giro per superare l’ostacolo. Peggio ancora, la lunghezza del nuovo percorso rende virtualmente irraggiungibile a piedi tutta la parte di territorio comunale situata oltre la ferrovia. Puntualmente, si è accesa la polemica: al malcontento degli agricoltori per la difficoltà di raggiungere i propri fondi si sono aggiunte voci non proprio disinteressate secondo cui la precedente amministrazione avrebbe imposto a Rete Ferroviaria Italiana di chiudere il passaggio a livello soltanto dopo aver completato i lavori del nuovo sottovia e della passerella pedonale. Naturalmente, l’onere di esibire i documenti spetta a chi sostiene questa tesi; posso solo dire di non aver finora trovato nessuna traccia di una simile imposizione.
A dire il vero è un po’ seccante fare il difensore d’ufficio della giunta attuale, verso cui il mio partito non ha risparmiato le critiche; tuttavia, in attesa che gli amministratori si esprimano, propongo un paio di considerazioni e qualche dato di fatto.
Cominciamo dai fatti. Ne riassumo l’essenza dal comunicato RFI del 5 settembre scorso: «Per garantite la continuità dei collegamenti stradali saranno realizzate opere viarie alternative: un sottovia in prossimità della stessa via Caturano (i cui lavori di esecuzione sono già in fase avanzata), nonché l’adeguamento dei sottovia esistenti in via Croce Santa e via Petrarca. Inoltre, sarà realizzata una passerella pedonale in corrispondenza del passaggio a livello eliminato, mentre sono già in corso gli interventi per una nuova viabilità tra via Ponteselice e via Appia.» Dal verbale di consegna dei lavori tra RFI e l’impresa aggiudicataria ricaviamo che «L’arteria stradale di collegamento del passaggio a livello con via Appia e via Ponteselice avrà uno sviluppo di circa 2.300 metri (...). La larghezza della piattaforma stradale sarà di 9 metri. Sarà inoltre realizzato un marciapiedi largo 1,5 metri.»
Per finire, uno sguardo all’immagine qui accanto, tratta dalla mappa allegata al PUC del Comune di Recale.
Tiriamo le somme: l’intervento per la nuova viabilità prevede l’allargamento del tratto della S.p. Caturano compreso tra l’ex passaggio a livello e l’incrocio all’altezza di via S. Anastasia. La presenza del cantiere renderà intransitabile quel tratto; mantenere in funzione il passaggio a livello non avrebbe avuto senso; costruire una passerella pedonale che porta a un cantiere non mi pare una grande idea; la polemica non trova giustificazioni nei fatti.
Le considerazioni invece partono da un’immagine tracciata diversi anni fa dall’associazione Cruna: Recale, chiusa dietro i due muri convergenti della ferrovia e dell’autostrada, non ha mai avuto nessun rapporto con la sua periferia occidentale. Piuttosto che una risorsa, le terre oltre la ferrovia, che rappresentano quasi un quarto del territorio comunale, sono diventate il regno dell’abbandono e dell’incuria. Via Caserta, la Croce Santa, via Petrarca, ricorrono tristemente in tutte le cronache come luoghi privilegiati delle cataste di rifiuti, dell’amianto abbandonato, dei cimiteri di frigoriferi...
I lavori di soppressione del passaggio a livello apriranno le prime brecce in questo muro; ci permetteranno, se saremo capaci di progettare guardando al benessere collettivo, di delineare un futuro in cui queste risorse territoriali collegate ed integrate nel tessuto urbano diventino nuova ricchezza, luoghi di agricoltura di qualità, di attività produttive, di servizi. Lamentare il disagio di oggi a fronte di tutto questo è semplice miopìa, o calcolo spilorcio.
E. De A.