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Il Corriere della Sera, 03 gennaio 2009

Intervista al deputato dell'Idv e sindaco di Recale Americo Porfidia

Parla il dipietrista inquisito: accuse sui giornali, mai lette le carte

«La camorra non so che sia, non lascio il Parlamento. Tonino? Gli ho scritto, ma non mi ha chiamato»

NAPOLI — La bufera lo ha travolto con il panettone in bocca: «E subito, il 26 dicembre, ho mandato una mail ad Antonio Di Pietro per dirgli che mi mettevo a disposizione del partito». Ma ad Americo Porfidia non è mai arrivata risposta. Deputato dell'Italia dei Valori, sindaco di Recale (paesino del casertano) Porfidia, coinvolto in indagini di camorra, ha dunque deciso da sé: si è dimesso dal partito.
Seguendo le orme di Cristiano, figlio del leader dell'Italia dei Valori.

Americo Porfidia, lei ha lasciato il partito ma non il Parlamento... «Per forza».
Per forza cosa? «Dovevo lasciare il Parlamento per una notizia letta sui giornali?».
Che vuol dire? «Che ho saputo dai giornali di avere a mio carico un'indagine del 2004 che la squadra mobile di Caserta nel gennaio 2006 ha trasmesso alla Dia».
Non ne sapeva nulla? «Non ne so ancora nulla. Il mio avvocato ha fatto richiesta per avere le carte, le sto aspettando. Però i giornalisti quelle carte già le avevano: non mi sembra corretto. Sono loro che me le hanno lette per telefono. Non c'entra nulla la Global Service di Romeo... ».
Ma c'entra la camorra... «Già. Ho scoperto di avere a mio carico il 416 bis».
Ovvero l'associazione a delinquere con l'aggravante della criminalità organizzata: non è una passeggiata...
«Io non so niente di camorra».
Mai avuto a che fare? «Ho letto sui giornali che anche Recale in passato è stata interessata dalla camorra. Ma io non ci capisco nulla dei clan. E poi non la mia amministrazione non è mai stata coinvolta: faccio il sindaco dal 2002, sono al secondo mandato. E penso che se la Dia avesse trovato qualcosa nelle carte mica mi avrebbe fatto rieleggere sindaco. Sono passati tre anni, ormai».
Le accuse più forti contro di lei sono arrivate da un suo collega di partito in Parlamento, Francesco Barbato.
«Se è per questo con Barbato in Parlamento sediamo proprio nei banchi uno accanto all'altro».
Una coltellata? «Una diversa concezione dell'etica politica. Barbato fa politica soltanto per avere visibilità».
Barbato l'ha accusata di avere a che fare con la camorra... «Se lui sa cose che io non so, le riferisca quanto prima».
Non lo ha sentito in questi giorni? «No».
Non ha sentito nemmeno Antonio Di Pietro? «No».
Mai? Nemmeno una telefonata? Un sms? Una mail? «Niente».
Come mai? «Beh, diciamo che anche Di Pietro è stato colpito sul lato umano. Penso perciò sia stato preso da altri sentimenti in questi giorni di festa. In fondo un figlio è un figlio. Un deputato, un deputato».
Già: le telefonate del figlio Cristiano che premeva per ottenere favori e raccomandazioni non sono una bella cosa per il leader di un partito che mette al primo posto l'etica... «Non c'è nulla di penalmente rilevante nelle telefonate tra Cristiano Di Pietro e l'ex-provveditore alle opere pubbliche della Campania Mario Mautone».
Non stavamo parlando di reati. «Eh, Cristiano in quelle telefonate deve essersi lasciato trasportare dalle passioni».
Che vuol dire? «Che Cristiano è un ragazzo passionale. Però non bisogna approfittare. Non bisogna amplificare un granellino di sabbia».
Pensa che quelle richieste di favori e di raccomandazioni siano un granellino di sabbia? Cristiano non ha commesso errori facendole? «Da un punto di vista politico sì».
Anche lei è stato intercettato al telefono con Mario Mautone... «Nel mio ruolo istituzionale di sindaco e di parlamentare. Sollecitavo la costruzione di opere pubbliche. Non ho nulla da temere. Mi sento tranquillo».
Lei si sente così tranquillo anche per il coinvolgimento nell'inchiesta sulla camorra, giusto? «Certo».
E si è dimesso dall'Italia dei valori, perché, alla fine?
«Perché sto in un partito dove bisogna seguire regole etiche scritte e non scritte. L'ho fatto di mia scelta: nessuno me lo ha chiesto».
Ma ne ha parlato con qualcuno del partito? «L'ho già detto: il 26 dicembre ho mandato una mail ad Antonio Di Pietro, ma anche a Massimo Donadi e a Nello Formisano e mi sono messo a disposizione del partito».
Qualcuno le ha risposto? «Ho deciso da solo di autosospendermi».
Da quando fa parte dell'Italia dei valori? «Dal 2005. Prima ero nel Ccd».
E non le dispiace che il leader del suo partito l'abbia lasciata solo, in questo momento? «Sono convinto che Di Pietro si farà sentire. Quando avremo le carte in mano ci parleremo e tutto si chiarirà».

Alessandra Arachi, dal Corriere della Sera

Il Mattino, 31/12/2008

Veleni e sospetti nell’Idv, bufera su Di Pietro

Questione morale, il deputato Barbato accusa: «Vedo camorristi e tante facce strane nel partito»

Senza esclusione di colpi è continuata la polemica tra centrodestra e Idv su Cristiano Di Pietro, il suo coinvolgimento nel clientelismo politico e le sue dimissioni a metà, mentre l’Udc ha criticato aspramente, con Maurizio Ronconi, il padre (che «come Erode, pur di difendere una posizione alquanto traballante, fa immolare anche il figlio») e il Pd ha marcato le distanze dall’alleato sottolineando che sulla riforma della giustizia è favorevole al dialogo, che ora viene declinato come confronto ma che significa pur sempre disponibilità al compromesso e all’intesa. «Non inseguiamo Di Pietro e non facciamo inciuci con la maggioranza», ha puntualizzato il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia, per chiarire che sulla giustizia «un confronto à nell’interesse del Paese». Ma ancor più pericoloso del tirarsi indietro del Pd dalla solidarietà, politica se non morale, è per Antonio Di Pietro la rivolta dei simpatizzanti, che inondano di messaggi sdegnati i blog dell’Idv, e i primi scricchiolii provenienti dal partito. Nel mirino la gestione ”monarchica“, da padre-padrone del suo leader, e i discutibili arruolamenti sia per provenienza politica (difficile l’amalgama di ex dc, ex missini, ex girotondini di sinistra), sia per obiettivi. «O facciamo pulizia o me ne vado - ha ammonito il deputato campano Franco Barbato, intervistato da ”Panorama“ - Mi sospendo dagli incarichi dell’Idv in Campania perché nel partito spuntano camorristi, strane facce, gente alla quale io nemmeno stringerei la mano. Questo è il primo passo». E sulle dimissioni del figlio dell’ex pm, ha aggiunto: «Ma che vuole che sia la storia di Cristiano? Rispetto alle grane che abbiamo è una pagliuzza. Corriamo il rischio di diventare il ”partito taxi“ su cui salgono quelli che vogliono rubare, arraffare, farsi i fatti propri. I conti dell’Idv non tornano. Ma le pare che, quando riapre la Camera, mi debba sedere a fianco del collega di partito Amerigo Porfidia, indagato per camorra dal coraggioso pm che conduce le inchieste sui casalesi?». Se Antonio Di Pietro non ha reagito (cose secondarie a fronte della «guerra a Gaza» e del «Papa che parla del problema della fame»), il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, l’ha rassicurato, prennunciando una «verifica» con l’allontanamento di quanti hanno avuto «un comportamento non irreprensibile». Nel Pdl il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, ha giudicato «farsesca la via di finta uscita scelta (da Cristiano): mi tengo le poltrone ed esco dal partito che, tanto, è una specie di feudo di papà». Ed ha nuovamente chiesto: «Quando e da chi il babbo ha saputo che Mautone era indagato e le sue telefonate con il figlio intercettate?». Dall’Idv parole grosse nella replica di Stefano Pedica: «Gasparri, pagliaccio e bambino cresciuto non di cervello» rappresenta «in parlamento 70 condannati e arrestati nelle amministrazioni locali», la smetta con «le idiozie». Altri nell’Idv hanno cercato di fare scudo, da Beppe Giulietti a Giuseppe Astore («non sempre sono andato d’accordo con Cristiano, ma credo che sia stato usato»). Nel Pdl si è sottolineata la ”non diversità“ di Antonio Di Pietro: «Questa vicenda - ha affermato Gaetano Quagliariello - insegna che chi si mette a fare il puro, alla fine trova sempre uno più puro che lo epura». Ma s’è anche riaffermata, con Gianfranco Rotondi, l’urgenza della riforma della giustizia. E se se Clemente Mastella ha paragonato le dimissioni a metà di Cristiano alle sue da ministro, Umberto Bossi ha rilevato «la grande sofferenza che deve aver provato» l’ex pm, per il figlio.

Almerico Di Meglio, dal Mattino

Caserta News, 30 dicembre 2008

Americo Porfidia si autosospende dal partito di Di Pietro

Recale – Il deputato dipietrista Americo Porfidia, sindaco di Recale, si è autosospeso dopo che alcuni organi di stampa avevano parlato di un suo coinvolgimento in una inchiesta sulla criminalità organizzata condotta dalla Dda di Napoli. Porfidia passerà al gruppo misto della Camera. "Pur nella consapevolezza della mia esemplare correttezza nella funzione di sindaco e di parlamentare, ritengo di autosospendermi dall'Idv al fine di evitare qualunque ulteriore strumentalizzazione politica, in relazione ad alcune notizie di stampa. Attenderò, fiducioso nei magistrati, l'epilogo di questa vicenda".

da Caserta News

L’Unità, 29 dicembre 2008

Il figlio di Di Pietro lascia l'Idv: usato per colpire mio padre

Si autosospende anche il deputato dipietrista Americo Porfidia, sindaco di Recale, in provincia di Caserta

Il suo nome era uscito a proposito di alcune intercettazioni relative all’inchiesta sugli appalti del Comune di Napoli alla Global Service di Alfredo Romeo, Così, Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, ha deciso di dimettersi dall’Italia dei Valori. In una lettera pubblicata sul blog del padre annuncia: «Lascio l’Italia dei Valori e conseguentemente ogni incarico di partito ed anche il mio ruolo di Capogruppo al Consiglio provinciale di Campobasso, ove mi iscriverò al Gruppo misto. Lo faccio con sofferenza e dispiacere (soprattutto per la disumana ingiustizia che sto patendo) ma non voglio creare imbarazzo alcuno al partito». Secondo Cristiano, «la mia unica colpa è quella di essere “figlio di mio padre”: per colpire lui stanno colpendo me».
Comunque vada a finire, il gesto è stato molto apprezzato all’interno del partito. Lo stesso Antonio Di Pietro lo ha giudicato «per certi versi forse eccessivo visto che non è nemmeno indagato, ma lo rispetto e ne prendo atto». Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, parla di una scelta «importantissima» e a chi chiedeva anche le dimissioni da consigliere provinciale spiega che «Di Pietro è consigliere nel piccolo comune di Montenero di Bisaccia e il suo mandato scade tra pochi mesi. Trovo normale e corretto che abbia voluto portare a termine un incarico avuto da chi lo ha votato».
Donadi aggiunge che la trasparenza a è una «bandiera» dell’Idv: sempre lunedì, infatti, anche il deputato dipietrista Americo Porfidia, sindaco di Recale, in provincia di Caserta, si è autosospeso dopo che alcuni organi di stampa avevano parlato di un suo coinvolgimento in una inchiesta sulla criminalità organizzata condotta dalla Dda di Napoli. Porfidia passerà al gruppo misto della Camera.

da l’Unità

Il Corriere di Caserta, 29 dicembre 2008

Dopo le notizie sul fascicolo aperto dalla Dia sul parlamentare di Idv

Porfidia: “Non so nulla delle indagini su di me”

CASERTA (d. p.) - “C’è un’informativa che parla di indagini su di me e altre 16 persone partita nel 2004. Questo è quanto ho appreso dalla stampa”. A parlare è Americo Porfidia, deputato casertano targato Idv che si dice sorpreso per quanto appreso sul suo conto dalla pagine dei giornali di ieri. Il nome del deputato dell’Italia dei valori Americo Porfidia salterebbe fuori nella stessa informativa della Dia che racconta dei favori che il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano, avrebbe chiesto all’ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise Mario Mautone. Ma in quel documento su Porfidia si dice qualcosa in più. Ossia che alla data dell’informativa, febbraio scorso, il parlamentare, che è anche sindaco del comune di Recale era indagato per camorra. “Nei confronti di Porfidia Americo - scrivono gli uomini della Direzione investigativa antimafia di Napoli - sono stati effettuati accertamenti effettuati da personale dipendente dai quali è emerso che presso la squadra mobile di Caserta (l’istruttoria è tuttora in corso) esiste un procedimento penale in carico alla Dda di Napoli, dottor Cantone”. La Dia cita un’informativa del 2005 “con la quale sono state riferite risultanze investigative attinenti all’ipotesi delittuosa di cui all’articolo 416 bis c.p. e ai reati aggravati ex art. 7 L. 203/91 (ossia l’aggravante del dolo specifico di agevolare l’associazione di stampo mafioso, ndr)”. “Nell’informativa della squadra mobile di Caserta - conclude la Dia - il sindaco di Recale Porfidia Americo è stato denunciato all’autorità giudiziaria unitamente ad altre 16 persone”. Americo Porfidia, medico, era il numero tre per l’Idv nel collegio Campania 2, e nella sua attività da parlamentare si è spesso occupato proprio di temi connessi alla criminalità organizzata. fatti di cui il parlamentare afferma di non sapere nulla. “Di tutto questo - prosegue Porfidia - non ho mai saputo nulla e non ne so nulla ora. Ho dato mandato mandato al mio avvocato per vedere come stanno le cose. Ad oggi non ho ricevuto alcun avviso d’indagine. Con tutta onestà mi sento sereno e tranquillo. Ho grande fiducia nella magistratura e non sono parole di circostanza. Aspetto domani per sapere qualcosa di più e per poter dire qualcosa in merito”.

d.p., dal Corriere di Caserta

Il Mattino, 28/12/2008

Affari e camorra: la Dda indaga un deputato IdV

C’è un deputato dell’Italia dei Valori indagato per associazione a delinquere di stampo camorristico. È Americo Porfidia, 50 anni, medico, dal 2002 sindaco di Recale, in provincia di Caserta, alla sua seconda legislatura a Montecitorio. Porfidia risulta indagato con altre sedici persone. L’indagine risale al 2004 ed era affidata al pubblico ministero Raffaele Cantone. Il nome del parlamentare dell’Idv compare negli allegati all’inchiesta «Magnanapoli» che coinvolge, tra gli altri, l’imprenditore Alfredo Romeo (in carcere), gli ex assessori al Comune di Napoli Enrico Cardillo, Ferdinando Di Mezza, Felice Laudadio, Giuseppe Gambale, l’ex provveditore alle opere pubbliche Mario Mautone (tutti gli arresti domiciliari). È proprio in riferimento a Mautone che i pm della procura di Napoli Raffaello Falcone, Pierpaolo Filippelli, Enzo D’Onofrio scrivono di Porfidia. «È nato a Caserta il 7 aprile del 1958, medico, sindaco di Recale, eletto in quota all’Italia dei Valori alla Camera dei deputati. Nei confronti di Porfidia sono stati effettuati accertamenti da personale dipendente dai quali è emerso che presso la squadra mobile di Caserta (l’istruttoria è tuttora in corso) esiste un procedimento penale in carico alla Dda di Napoli con il quale sono state riferite risultanze investigative attinenti all’ipotesi del reato di 416 bis e reati aggravati dall’articolo 7». Americo Porfidia è uno degli uomini più vicini ad Antonio Di Pietro ed è in provincia di Caserta il punto di riferimento dell’Idv. Rispetto all’indagine in cui sarebbe coinvolto, il parlamentare dell’Italia dei Valori si dice tranquillo. «Non ne sono nulla. Ne sono venuto a conoscenza dai giornali», dice il sindaco di Recale. Porfidia chiede chiarezza. «Ho già dato mandato a un mio legale - aggiunge - per capire se la notizia è vera e se è vera di chiarire subito la mia posizione». Il parlamentare dell’Italia dei Valori, fedele alla linea del partito, non si esprime in giudizio sull’operato della magistratura. «Non ho sentito Di Pietro perchè non ce n’è bisogno. Mi sento sereno e tranquillo e - assicura - ho grande fiducia nella giustizia e nella magistratura. Ho rimesso al mio partito ogni decisione in merito».

p. mai., dal Mattino

Il Tempo, 27 dicembre 2008

Un deputato dipietrista indagato per camorra

NAPOLI Nell'inchiesta su Romeo spunta anche un deputato dell'Italia dei Valori. E tra le carte si viene a sapere anche che questo parlamentare era indagato, al momento degli atti, addirittura per camorra.
Il deputato è Americo Porfidia, medico e sindaco di Recale (piccolo Comune del Casertano).

Nel 2006 era sottoposto ad indagini per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico assieme ad altre 16 persone. In particolare l'istruttoria, stando a quanto appare nei faldoni allegati all'ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti 13 persone a Napoli, risulta che l'istruttoria a carica di Porfidia sarebbe stata curata dalla squadra mobile di Caserta su ordine della direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il magistrato che ha aperto l'indagine è Raffaele Cantone. Non si tratta di un sostituto di secondo piano, ma anzi di quelli in primo piano. È uno di quelli maggiormente lodati da Roberto Saviano ed è anche uno di quelli maggiormente minacciati dai clan camorristici, in particolare dai Casalesi: un anno fa è stato trasferito alla Cassazione. Del fascicolo per mafia non si sa di più visto che viene citato soltanto per inquadrare il personaggio e per tratteggiarne un breve profilo. Porfidia infatti negli allegati all'ordinanza che riguardano Romeo entra solo perché chiama l'ex provveditore alle Opere Pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone. E gli sollecita alcuni finanziamenti per opere pubbliche da realizzare nel suo territorio. E quando Mautone viene trasferito è proprio a lui che chiede aiuto con un messaggio che suona molto ambiguo: «Deve essere una posizione di voi politici a sostenermi. Abbiamo tante cose avviate assieme, ma come si fa? Poi, è vero che è interesse mio, ma l'interesse è di tutti...».
Porfidia alla Camera è un deputato piuttosto attivo. Ha presentato anche diverse interrogazioni parlamentari per sollecitare l'azione del governo proprio contro l'emergenza criminalità organizzata nel Casertano. Il 30 settembre scorso, per esempio, dopo aver elencato gli ultimi avvenimenti mafiosi nella zona, afferma: «È necessario che la presenza dello Stato sul territorio sia qualificata, anche a garanzia della vita dei professionisti che saranno e sono impegnati sul campo, e soprattutto preventiva rispetto a situazioni che possono diventare irreparabili»

Rob. Pa., dal Tempo

Il Sole 24 Ore, 27 dicembre 2008

Napoli, tutti gli uomini dell'Idv

Americo Porfidia, deputato dell'Idv e sindaco di Recale, in provincia di Caserta, poi, è inserito tra le persone che hanno rapporti istituzionali con Mautone

Lunedì tocca al tribunale del riesame, che valutarà le richieste di revoca o di modifica delle misure cautelari, decise dal Gip Paola Russo, per undici dei tredici indagati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli, che punta i riflettori su una serie di appalti pilotati nel capoluogo partenopeo e in altre parti d'Italia. Una rete di affari e piaceri dispensati, secondo i Pm della Dda Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, a politici e non solo attraverso un presunto sistema ideato e gestito dall'imprenditore Alfredo Romeo (unico degli indagati in carcere).
La sezione del Riesame, cui è approdato Luigi De Magistris, comincerà dai ricorsi per la revoca degli arresti ai domiciliari per due ex assessori del Comune di Napoli, Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza. Invece dovrebbe essere fissata nella prima metà di gennaio l'udienza per la richiesta dei Pm di inasprire le misure a carico di otto indagati: i 4 ex assessori e 4 personaggi chiave dell'affaire, tra cui l'ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise Mario Mautone. Proprio dalle intercettazioni che riguardano quest'ultimo, pare probabile che scaturiranno con l'anno nuovo ulteriori filoni di indagine. Molto dipenderà dall'esito del Riesame. Certo è che dalle informative contenute negli atti depositati emerge una figura, quella di Mautone, «al centro di un sistema di potere molto forte... volano di una serie di raccomandazioni in tutti i settori pubblici». Un sistema che vede l'ex provveditore come punto di riferimento anche per 5 esponenti dell'Italia dei valori, compreso il figlio del leader del partito, Cristiano Di Pietro. Nessuno di loro risulta al momento tra gli indagati, come a proposito di Di Pietro jr sottolineava ieri un comunicato dell'Idv. Nelle carte dell'inchiesta-Romeo emergono però richieste precise avanzate da parlamentari in carica, come il deputato Nello Formisano e il senatore Aniello Di Nardo. Quest'ultimo in una telefonata ricorda a Mautone di un suo amico «che doveva essere chiamato» e non è stato più convocato per dei lavori di impiantistica di una galleria a Vico Equense. In un'altra conversazione segnala due architetti amici di Cristiano Di Pietro «ai quali non bisogna far prendere collera».
Americo Porfidia, deputato dell'Idv e sindaco di Recale, in provincia di Caserta, poi, è inserito tra le persone che hanno rapporti istituzionali con Mautone, e l'informativa degli investigatori precisa anche che a suo carico la Squadra mobile di Caserta ha aperto un procedimento penale per un'ipotesi di reato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Cardiologo, deputato in carica, a Mautone si è rivolto per chiedere consiglio per investimenti pubblici nel casertano.
L'intreccio di richieste che dalla Campania provava ad incidere su Roma sfocia anche in un emendamento da inserire in Finanziaria. Nell'ottobre 2007 Mautone chiede a Formisano una modifica per favorire un contributo a favore della "casa degli anziani" cui è interessato Francesco Manzi, consigliere regionale della Campania che fa riferimento al partito di Di Pietro. Spicca, infine, una telefonata tra Mautone e Cristiano Di Pietro sul tema forniture pubbliche: per l'impresa che realizza l'impianto elettrico di una caserma a Termoli e per dove va a rifornirsi del materiale. I due parlano delle percentuali di ribasso per la gara d'appalto: percentuali ritoccate "al rialzo" su suggerimento di Mautone, avallato da Di Pietro junior. Dal Pdl attacco di Maurizio Gasparri al leader dell'Idv: «Come ha fatto il babbo a sapere che erano intercettate le telefonate tra il pargolo e Mautone? Di Pietro non se la caverà». La replica di Di Pietro: «Gasparri insiste con le diffamazioni, pensando di farla franca solo perché è un deputato. Lo citerò in giudizio sperando che non voglia avvalersi dell'immunità parlamentare». Intanto oggi sarà ascoltato l'ex vicepresidente della Provincia di Napoli Antonio Pugliese (Sdi), accusato di aver fornito informazioni riservate a Romeo.

Laura Viggiano, dal Sole 24 Ore

La Stampa, 24 dicembre 2008

"Da mio figlio errori ma nessun reato"

L'ex pm: i giudici devono continuare

Nelle carte della Procura di Napoli si rivela anche che il sindaco di Recale, Amerigo Porfidia, Idv, è indagato in una inchiesta per mafia. Sarà sospeso? ...

Da padre, Antonio Di Pietro si starà dando dei pizzicotti sulla pancia. Perché vedere suo figlio Cristiano finire nel tritacarne dell’inchiesta Romeo-Mautone, non deve avergli fatto piacere. E reagisce: «Non scherziamo. Mica questa è l’inchiesta su Cristiano Di Pietro. Certo, lui merita una sgridata». Da leader di Italia dei Valori, poi, la notizia lo deve aver un attimo disorientato. Ha aspettato di conoscere i fatti, insomma ha voluto leggere prima le «carte» e adesso che è pronto affronta il toro per le corna: «Il suo è stato un comportamento assolutamente non corretto, che noi di Idv non condividiamo. Però non ha commesso nulla di penalmente rilevante».
Senatore, amareggiato? «Questa mattina ho preso atto della iperinformazione che i giornali hanno voluto dedicare a quella che io considero una non notizia. Ma non intendo cadere nel tranello di chi, vedendo messo nel frullatore il proprio nome insieme a quello di tanti altri, si mette a dire che è doverosa, necessaria, opportuna una rivisitazione dell’uso e dell’utilizzo delle intercettazioni. I magistrati devono continuare a fare il loro lavoro. Le intercettazioni sono sacre».
Da padre che reazione ha avuto quando ha letto le intercettazioni di suo figlio Cristiano? Secondo lei ha sbagliato? «Ha fatto telefonate istituzionali doverose, e anche altre che non hanno alcuna rilevanza penale ma, al massimo, attengono alla sfera della deontologica e dell’opportunità».
Di malcostume? «Non possiamo dirlo, non conosciamo i fatti. Non c’è figlio che tenga rispetto alle responsabilità politiche di chi come me - ma anche come lui - ricopre incarichi istituzionali. Si accerti la verità».
Non è che adesso fa la vittima? Ieri come oggi qualcuno vuole fermarla? «Vedo tanta strumentalizzazione politica in questa vicenda. Oggi come nel ’94 mi sono esposto sulla questione morale, etica. Ieri mi rivoltarono come un calzino, oggi fanno diventare peccato mortale quello che è un peccato veniale. Oggi che in Abruzzo prendiamo il 15% dei voti, che i sondaggi ci danno al 10% a livello nazionale, che usciamo dalle giunte e dalle amministrazioni dove suoi esponenti sono indagati o arrestati. Io però non cado nel tranello».
Nelle carte della Procura di Napoli si rivela anche che il sindaco di Recale, Amerigo Porfidia, Idv, è indagato in una inchiesta per mafia. Sarà sospeso? «Non so nulla. Lui l’avrò visto una decina di volte. Naturalmente sarà sospeso, se la notizia sarà confermata, immediatamente da Idv. Può capitare che in un cesto di mele vi sia quella marcia, che va isolata e cacciata. Sottolineo, però, che capita sempre che per i propri esponenti finiti sotto inchiesta gli altri partiti reagiscono difendendoli. Insomma, scatta la difesa della casta».
Torniamo a Cristiano. Alle raccomandazioni a Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche, perché conferisse degli incarichi...». «Ripeto, è stato un comportamento assolutamente non corretto. E’ il male italiano, quello delle raccomandazioni e mio figlio avrebbe fatto bene a non caderci pure lui».
Che fa sospende suo figlio da Idv? Cristiano si deve sospendere da consigliere provinciale? «Non esageriamo, mica ha commesso un reato».
Nelle carte si racconta che lei pose un veto a suo figlio di non occuparsi di appalti.... «Non ho avuto bisogno di porre veti specifici. Più in generale rivendico il mio ruolo di padre che dice ai propri figli di comportarsi bene. Anche al più piccolo ripeto che a scuola non deve rubare neppure una matita».
Cosa disse nell’incontro riservato con il senatore Formisano? Che Mautone era indagato? «Che fesseria. Formisano era il capogruppo di Idv al Senato e mi incontravo con lui praticamente tutti i giorni».
C’è il sospetto che lei fu avvisato sulle indagini in corso e per questo impose a Cristiano di troncare i rapporti con Mautone. «E’ una puttanata mostruosa».

Guido Ruotolo, da La Stampa

La Stampa. 23 dicembre 2008

Le relazioni pericolose del figlio di Di Pietro

Rapporti stretti e favori dal capo delle opere pubbliche della Campania

Alfredo Romeo e il Global Service del comune di Napoli, le carte che arriveranno a Roma, a piazzale Clodio, e le scosse che annunciano possibili terremoti nella Capitale. Renzo Lusetti e l’immobiliarista Romeo chiamano in causa Francesco Rutelli e la giunta Veltroni. Ma c’è anche Italo Bocchino, Pdl, che si dà daffare per organizzare incontri tra Romeo e Gianfranco Fini. Come quando, il 13 agosto scorso, Bocchino dice all’amico immobiliarista: «Io ho organizzato una colazione con Gianfranco». E Romeo: «E’ utile farla». Sempre Bocchino, in un’altra conversazione, comunica a Romeo che «Ferruccio Ferrante e Andrea Ronchi ti mandano tutti i saluti...». Sono seimila le pagine depositate dalla Procura di Napoli per il Tribunale del Riesame. Scampoli di telefonate sepolte nei faldoni, come le tre tra Romeo e la presidenza di Santa Lucia, insomma Antonio Bassolino e il suo staff (Edoardo Cicelyn).
O innocenti conversazioni tra l’ex Re Mida Alfredo Romeo e Ciriaco De Mita. E ancora quella di Romeo con l’assessore del comune di Napoli Ferdinando Di Mezza, nella quale si accenna a un intervento di «Francesco» (Rutelli) su «Zillotta», anzi «Insolotta», anzi ancora «Danzillotta, Anzillotta», per dire Linda Lanzillotta, all’epoca (siamo al 21 maggio del 2007) ministro per gli Affari regionali del governo Prodi, perché evidentemente si dia da fare. In quella telefonata Di Mezza spiega: «Su tutta quella vicenda il governo pare che va avanti, io so anche un poco perché Francesco è stato preso un poco in contropiede e ha dato l’incarico alla "Zillotta" di seguire un po’ la vicenda... io so che Francesco ha posto il problema che Lanzillotta deve stare nella partita...». Si preoccupa Romeo, che precisa: «In condizioni dell’Anzillotta di emendare tutto quello che è stato fatto da Di Pietro...». Nelle carte depositate c’è anche il «giallo» del rapporto dei carabinieri di Caserta che attribuiscono all’ex assessore all’urbanistica della giunta Veltroni di Roma, Roberto Morassut, telefonate con Alfredo Romeo che in realtà l’ordinanza di custodia cautelare attribuisce - nel capitolo dedicato al Piano casa del comune di Napoli, della Regione Campania e di Roma - a un altro Roberto, Roberto Mostacci, direttore generale del Cresme Ricerche Spa.
E questo equivoco, lapsus, errore avrà degli strascichi processuali. Viene però da chiedersi perché è uscito il nome di Roberto Morassut.

Mautone il volano
C’è un nuovo scenario che emerge dall’inchiesta napoletana, un nuovo terremoto che si annuncia e che ha come suo epicentro il Provveditorato regionale (Campania e Molise) alle Opere pubbliche. E come protagonista Mario Mautone, provveditore defenestrato quando il ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, si accorge, viene a sapere da qualche talpa amica che Mautone è sotto inchiesta. Diciamo subito che questo filone di indagini è ancora in corso, ed è facile immaginare che vi saranno clamorosi esiti processuali perché si intuiscono diversi episodi di corruzione.
Lasciamo la parola alla Procura di Napoli: «Dall’ascolto delle conversazioni registrate sull’utenza cellulare in uso a Mario Mautone, è emerso da subito e in modo inequivocabile un quadro generale nel quale il provveditore alle opere pubbliche risulta essere al centro di un sistema di potere molto forte e costituisce il "volano" di una serie di raccomandazioni in tutti i settori pubblici, in particolare in quello degli appalti delle opere pubbliche. Mautone, forte del suo ruolo istituzionale, in maniera sistematica smista l’enorme potere di cui dispone per favorire in maniera trasversale qualunque componente politica e/o istituzionale ne faccia richiesta accogliendo in particolare tutte quelle istanze che gli vengono rivolte per favorire imprese e/o professionisti vicine al potere istituzionale richiedente». Le intercettazioni telefoniche hanno svelato agli inquirenti la rete di rapporti istituzionali del Provveditore.
In alcune conversazioni con una serie di esponenti politici «vengono segnalate imprese amiche nell’assegnazione di lavori pubblici». Solo un elenco di personalità, così come riportato nelle carte della Procura: Pietro Diodato, consigliere regionale della Campania, An; Nicandro Ottaviano, consigliere regionale del Molise, Idv; Francesco Manzi, consigliere regionale della Campania, Idv; Gennaro Coronella, senatore, An; Nello Di Nardo, ex onorevole e (attualmente) alla segreteria del ministero delle Infrastrutture; Americo Porfidia, sindaco di Recale, Idv; Monsignor Ugo Dovere, Curia di Napoli; Aniello Formisano, senatore Idv.

Il ricatto a Di Pietro
Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale a Campobasso per Italia dei Valori, parla varie volte con Mario Mautone. «I contatti tra i due che - sostiene la Procura - potrebbero rientrare nell’ambito dei ruoli istituzionali ricoperti, hanno assunto nel corso delle indagini un contenuto alquanto ambiguo.
In particolare sono state acquisite una serie di intercettazioni nel corso delle quali Cristiano Di Pietro chiede al Provveditore Mautone alcuni interventi di "cortesia" quali: affidare incarichi a persone da lui segnalate anche al di fuori degli ambiti di competenza istituzionale («Io ho un amico però è ingegnere che sta a Bologna - dice Cristiano a Mautone - volevo sapere se su Bologna c’era la possibilità di trovargli qualche cosa»); affidare incarichi ad architetti da lui indicati e sollecitati anche da Nello Di Nardo; interessi di Cristiano Di Pietro in alcuni appalti e su alcuni fornitori».
Ovviamente il provveditore Mautone esaudisce i desiderata del figlio del suo ministro di riferimento. Ma all’improvviso, siamo nel luglio del 2007, Cristiano si rifiuta di parlare al telefono con il provveditore, che a un suo interlocutore dice: «Cristiano ha paura di parlare al telefono». Il senatore Aniello Formisano spiega a suo cugino che «lo ha chiamato Antonio (Di Pietro) che gli ha espresso desiderio di parlare due minuti "da soli"». C’è una curiosa conferma di questa rappresentazione dei fatti «ambigui» del figlio dell’ex ministro Di Pietro.
Un collaboratore di Mautone, Alessio Venuta, chiede consigli al suo Provveditore, «in quanto c’è stata una riunione politica nel corso della quale il padre (Antonio Di Pietro) avrebbe espresso un "veto totale su Cristiano" il quale di queste cose (assegnazioni appalti) non si deve proprio interessare. Venuta si dice imbarazzato poiché "prende le botte a destra e a sinistra" (contrasto tra le decisioni del padre e le richieste del figlio di Di Pietro)». Secondo la Procura, il 29 luglio del 2007 potrebbe esserci stata «qualche fuga di notizia», al seguito della quale il provveditore Mautone viene trasferito, Cristiano Di Pietro non parlerà mai più al telefono con Mautone, il ministro Di Pietro chiede di parlare di persona con il senatore Nello Formisano (Idv), sempre Di Pietro senior chiede ai suoi collaboratori di tenere fuori il figlio poiché «ritenuto troppo esposto». E a questo punto Mario Mautone tenta il «ricatto» contro Di Pietro junior, premendo perché intervenga sul padre per non farlo trasferire.
E’ la moglie che spinge il provveditore a ricattare i Di Pietro: «Tu non ti devi muove da Napoli. Il potere che tieni qua non lo puoi tenere a Roma. Buttala sul ricatto del figlio che è l’unico sistema». Mautone ne parla anche con il sindaco di Recale, Amerigo Porfidia, Idv: «Mi devo rivolgere a Cristiano?». «No - gli risponde Porfidia - il padre non lo tiene molto in considerazione il figlio». Il provveditore: «Deve essere una posizione di voi politici a sostenermi. Noi abbiamo tante cose avviate insieme... come si fa. Poi è vero che è l’interesse mio, ma l’interesse è di tutti». Nulla da fare, Mautone viene trasferito a Roma.

Gli amici di Mautone
Agli atti dell’inchiesta, il provveditore può contare su diverse sponde alla Corte dei Conti, ha rapporti con il «Presidente Sancetta», «che gli chiede di inserire una funzionaria (dottoressa Montecuollo) in qualche commissione di collaudo». E con il «Presidente del Grosso» che rassicura Mautone che «quella cosa quando arriverà a lui, non ci saranno problemi». E «il Presidente Salvatore Staro», sempre della Corte dei Conti. E poi rapporti con il consigliere comunale di Napoli (Diego Venanzoni, Udeur), e se serve anche con ambienti di pregiudicati (definiti "gente di mezzo alla strada") per far revocare (con successo) «una denuncia penale nei confronti del figlio Francesco da parte di uno dei soci della catena della ristorazione "Fratelli La Bufala"».
C’è un capitoletto dedicato a Monsignor Ugo Dovere, Curia di Napoli. Il monsignore, siamo al 16 luglio del 2007, informa il provveditore alle opere pubbliche che è appena stato alla Regione Campania, dove «stanno preparando un protocollo d’intesa sul Centro Storico da 200 milioni di euro, al quale hanno chiesto al Cardinale di partecipare per conto dell’Arcidiocesi». Sempre il monsignore spiega che come partners sono stati previsti «il ministero dei Beni culturali e dell’Università e della ricerca scientifica affidando la cabina di regia al Comune di Napoli e all’onorevole Isaia Sales».
Il Monsignore «ipotizza che il Ministero delle Infrastrutture e il Provveditorato alle Opere pubbliche possano essere rimasti fuori da un "progetto politico" relativo all’asse Bassolino-Rutelli ipotizzando l’esclusione del Ministero delle Infrastrutture con il fatto che Di Pietro è rimasto fuori dal costituente Partito democratico». L’esponente della Curia chiarisce a Mautone di aver sollevato il problema nel corso della riunione. E si commiata così: «Veda un po’ lei... non le mancano i modi...».

Guido Ruotolo, da La Stampa.it

Comunicato stampa, 22 dicembre 2008

Masserie in Festa, a San Marco domenica 28 il concerto dei Taranterrae

Con una novità introdotta nelle ultime ore, si arricchisce il calendario delle iniziative pensato dall’Amministrazione targata Gabriele Zitiello e organizzato dall’assessorato alla Cultura guidato da Antonio Ferraiuolo, nell’ambito di Masserie in Festa – Natale 2008.
Si terrà infatti domenica 28 il concerto natalizio con i Taranterrae, gruppo folkloristico apprezzato in provincia di Caserta e nell’intera regione.
Originale proposta dedicata alla figura della Natività nella tradizione popolare, quella dei Taranterrae è una scelta artistica imperniata sul repertorio musicale liturgico e paraliturgico di carattere popolare - nella forma solista e polifonica - per raccontare una serie di canti sacri utilizzando le forme della musica contadina in particolare dell’area della provincia di Caserta. Il gruppo etno-folk da più di 10 anni si impegna a custodire la memoria storica dei canti e danze della nostra storia popolare riscuotendo ovunque grosso successo.
“Il concerto con i Taranterrae è una novità dell’ultimo minuto – anticipa l’assessore Ferraiuolo –, una bella iniziativa alla cui realizzazione ha partecipato fattivamente anche il consigliere Aniello Di Maio e che siamo riusciti ad inserire solo adesso nel calendario già preparato settimane fa. E’ un gruppo molto apprezzato che porterà a San Marco il suo bagaglio di arte e tradizione e che certamente emozionerà quanti vorranno partecipare all’appuntamento”. Il concerto si terrà domenica 28 presso l’Oratorio Fratello Sole e Sorella Luna, a partire dalle ore 19.

Ufficio stampa, Comune di San Marco Evangelista

Comunicato stampa, 18 dicembre 2008

Oggi pomeriggio “Cruna” farà il tagliando a Recale

tagliando recaleRECALE. “Cruna” fa il tagliando a Recale. È attesa nel pomeriggio di oggi, alle 18.30, nella sala della congregazione della chiesa di Santa Maria Assunta, in via Municipio, la prima edizione di “Tagliando Recale”, il dibattito pubblico promosso dagli attivisti di “Cruna” sullo stato di salute ambientale della città. Tra i relatori, Vincenzo De Angelis, nella veste di portavoce dell’associazione organizzatrice, e Lucia Esposito, assessore provinciale all’ambiente e all’ecologia. I temi oggetto della discussione saranno quattro: l’emergenza rifiuti, l’elettrosmog, il futuro dell’area su cui insiste l’Industria Calce Casertana e il piano urbanistico comunale. Dopo gli interventi previsti in scaletta, si aprirà un dibattito, nel corso del quale ognuno potrà porre domande, questioni, critiche o proposte che “Cruna” si impegna a recepire e a inviare all’amministrazione comunale. Affinché la discussione fosse quanto più ampia possibile, nei giorni scorsi, gli organizzatori hanno inviato il sindaco Americo Porfidia, la giunta e tutto il consiglio comunale a essere presenti. Non solo, inviti sono stati recapitati presso le sedi di tutti i partiti politici, di tutte le associazioni e di tutte le comunità parrocchiali presenti sul territorio. Per dare la massima diffusione dell’evento, sono stati allestiti gazebo, distribuiti volantini, affissi manifesti e inviati comunicati agli organi di informazione. “Denunciamo da tempo – rivelano gli attivisti – la mancanza di occasioni di confronto democratico sui temi che più interessano i cittadini e, quindi, esortiamo i recalesi a non sprecare questa occasione. Anche perché chi conosce “Cruna” – concludono – sa che la nostra attività non si esaurisce nel sollevare le criticità ambientali, ma alla denuncia associamo sempre dei percorsi che portino a delle soluzioni, se possibile, condivise”. Distinta e distante dai partiti politici, “Cruna” il 17 ottobre scorso ha compiuto cinque anni. Un lustro trascorso a combattere per imporre un principio fondamentale: il rispetto dell’ambiente, del territorio e dei cittadini nelle scelte amministrative. Da sola o insieme ad altri, a Recale ma anche in molti comuni della provincia, diverse sono state le iniziative promosse dal 2003 a oggi: petizioni popolari, cortei, dibattiti, convegni, campagne stampa di denuncia e di sensibilizzazione, pareri e relazioni tecniche. Un lavoro enorme che ha prodotto risultati indiscutibili e documentati.

cruna
Ufficio stampa CRUNA

Caserta sette, 19 dicembre 2008

Alla Reggia di Caserta la mostra su impressionisti e post-impressionisti

“Il monumento simbolo della provincia di Caserta ospita ancora una volta un evento di rilevanza nazionale. Una mostra che si inquadra in un progetto ampio e complesso per la valorizzazione del territorio di Caserta e la sua Provincia”. Lo ha detto Vincenzo Iodice presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Caserta alla presentazione, nei saloni dell’Ept nel Palazzo Reale, della mostra: “Dal paesaggio all’impressione. Impressionisti e post-impressionisti. Dipinti dei musei civici di Pavia tra ottocento e novecento. La donna, il paessaggio e l’impressione”.

L’esposizione, aperta dal 20 dicembre e fino al 29 marzo del 2009 presenta una ricca rassegna degli sviluppi della cultura figurativa italiana tra il XIX e il XX secolo. La mostra curata da Susanna Zatti direttore dei Musei Civici di Pavia e Giovanna Petrenga già direttrice della Reggia con il coordinamento di Ferdinando Creta è promossa dalla Regione Campania, Assessorato al Turismo e con la partecipazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Caserta e Benevento, Provincia di Caserta ed Ente Provinciale del Turismo di Caserta, Comuni di Caserta e di Pavia, Confindustria e Camera di Commercio di Caserta. Per il Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Caserta e Benevento Enrico Guglielmo “la grande collaborazione sviluppatasi tra più Enti ha permesso la realizzazione di un evento particolarmente interessante e importante. La mostra – continua – illustra, infatti, due dei secoli più fecondi per la pittura italiana con particolare riferimento alle esperienze artistiche e al gusto collezionistico che fiorirono nel territorio lombardo, mediante una scelta espositiva che decide di privilegiare raggruppamenti tematici.
I dipinti conservati presso i Musei Civici di Pavia costituiscono un repertorio ampio ed originale dell’arte ottocentesca e di quel percorso alternativo al classicismo e al romanticismo storico e romanzesco che la scuola pavese propose e sviluppò nel variegato panorama italiano pre e post unitario. L’orientamento alternativo si andò enucleando intorno all’Accademia attiva a Pavia dal 1842, a seguito del legato testamentario di Defendente Sacchi, noto poligrafo e conoscitore d’arte, che con la sua donazione diede il primo impulso a quella che fu una feconda fucina di talenti: dai fratelli Trécourt a Federico Faruffini, da Pasquale Massacra a Tranquillo Cremona, fino a Giorgio Kienerk, ultimo direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia dal 1905 al 1934. Accanto ai pregevoli prodotti della scuola artistica locale, si affiancano le raffinate scelte collezionistiche dei coniugi Morone - confluite nel 2001, grazie a una esemplare donazione, nelle raccolte civiche del Castello Visconteo di Pavia – che consentono una puntuale documentazione della pittura italiana tra Otto e Novcento prediligendo soprattutto i pittori legati alla scuola francese: da Boldini a De Nittis, a Zandomeneghi. Temi conduttori scelti per la mostra casertana sono il paesaggio e la donna: due soggetti in grado di offrire, come pochi altri, chiavi di lettura e lenti d’ingrandimento attraverso cui indagare le tante novità di quella stagione artistica. Sul finire dell’Ottocento il paesaggio si trasforma in “teatro di emozioni” e dall’osservazione en plain air – che scalzerà la tradizionale trascrizione mimetica della realtà per cogliere la fuggente impressione di una visione, attenta alle mutevoli suggestioni della luce e del colore – si giunge alla forza evocativa della pittura simbolista, in cui realtà ed immaginazione concorrono all’espressività pittorica dei sentimenti. Dai paesaggi cittadini di Angelo Inganni e Francesco Trécourt la mostra dunque ci conduce alle prime prove d’impronta macchiaiola di Vincenzo Cabianca, alla sperimentazioni divisioniste di Vittore Grubiey de Dragon, alla pittura - attenta ai passaggi cromatici e alla resa dell’atmosfera - di Serafino Macchiai, il terzo “italiano di Parigi” accanto a De Nittis e Zandomeneghi, fino ai paesaggi di montagna innevati di Oreste Alberini. Nello stesso lasso di tempo il diversificato repertorio del ritratto femminile ratificherà, nella innovativa trattazione del soggetto, una rivoluzione del tessuto sociale in cui la borghesia e l’ideologia progressista giocano un ruolo dominante. La signora con bincolo di De Nittis e le numerose donne in lettura (nelle opere di Luigi Trécourt o di Leonardo Bazzaro o nel Ritratto di Carla Morone in lettura di Mario Acerbi) mostrano la partecipazione della donna alla vita salottiera e mondana ma anche la sua emancipazione culturale. In mostra, i volti, i sentimenti, i gesti delle donne si succedono, proponendo un catalogo di figure femminili di grande fascino secondo un percorso creativo che, passando attraverso l'iconografia intimista di Federico Zandomeneghi - capace pur nel contesto della rivoluzione impressionista di mantenere una forte individualità che ripropone con vigore l'ipotesi di un impressionismo italiano dotato di una propria fisionomia - giunge all'alternativa divisionista e poi simbolista di Plinio Nomellini e Giorgo Kienerk.
Ecco allora esposte a Caserta le donne còlte nelle fatiche quotidiane di Angelo Tommasi e di Dall'Oca Bianca, che in Donna che che cuce mostra ormai matura una nuova esperienza pittorica attraverso la pratica della fotografia; e ancora gli olii e i pastelli - come Donna nuda coricata, La toilette, il Busto di ragazza nuda o la singolare e affascinante Roussott - in cui Zandomeneghi si sofferma sulla figura femminile con un'intonazione carezzevole ed affettuosa, senza nulla concedere al voyerismo. Ecco l'impressione temporanea, pallida e tremolante delle pitture scapigliate di Daniele Ranzoni - che traccia volti di giovani donne minute dagli atteggiamenti naturali e colloquiali - affiancate alla bellissima Lucilla di Nomellini, dallo sguardo intenso e fuggente (opera che venne esposta nella sala personale dedicata al pittore nella Biennale di Venezia del 1920) in cui l'artista livornese, avviluppando il corpo e il volto della donna in una vegetazione rigogliosa, sembra volerla cogliere in un momento di metamorfosi con l'elemento naturale, sorta di trasfigurazione dal sapore simbolista; mentre, infine, saranno sempre tre figure femminili enigmatiche quanto affascinanti, nel trittico dedicato all'Enigma umano, a rappresentare nell'opera di Kienerk il Dolore, Il Silenzio e il Piacere.

da Caserta sette

Il Corriere di Caserta, 18 dicembre 2008

Porfidia diserta il “tagliando” preparato da “Cruna”

Il primo cittadino non prenderà parte al dibattito organizzato dall’associazione ambientalista

RECALE (as.fe.) - Gli amministratori non prenderanno parte al convegno organizzato dall’associazione ambientale Cruna. Non ci sarà nessun intervento da parte del sindaco Americo Porfidia e del suo vice Francesco Ommeniello, ma nemmeno dell’assessore all’Urbanistica Francesco Porfidia. Nonostante la presenza di Lucia Esposito, assessore provinciale all’Ambiente, i delegati ed il capo della maggioranza hanno deciso di non revocare un impegno già preso in precedenza. Infatti, contestualmente al dibattito che si terrà nella chiesa di Santa Maria Assunta, i componenti dell’amministrazione comunale sono stati chiamati per una riunione di maggioranza con all’ordine del giorno: il piano urbanistico comunale. “Un impegno - ha spiegato Francesco Ommeniello - che avevamo preso da tempo e prima che Cruna ci invitasse al convegno”. volontari dell’associazione non hanno operato distinzioni politiche ma hanno inviato a tutti i componenti dell’assemblea cittadina la richiesta di partecipazione. Almeno quattro, i temi che l’associazione ambientalista intende affrontare: il futuro dell’area su cui oggi insiste il vecchio stabilimento dell’Industria Calce Casertana, la rilocazione del ripetitore di via Roma, il nuovo piano urbanistico comunale che l’amministrazione varerà il prossimo anno e il problema dei rifiuti. E il portavoce di Cruna Enzo De Angelis aveva già annunciato l’idea di Puc degli ambientalisti, i consiglieri, questa sera, prenderanno visione della prima parte del prospetto redatto dai tecnici incaricati alla stesura del piano regolatore. E ieri l’altro la prima polemica a seguito della decisione della giunta di convertire l’area su cui insistono i “rottami” dello stabilimento in zona residenziale e commerciale, ma senza destinarlo ad un parco urbano, così come richiesto dai residenti. Solo case, uffici e negozi. “Il comparto, 47mila metri quadrati a ridosso del centro abitato, - hanno chiosato da Cruna - ospita un calcificio che in quarant’anni di attività ha procurato danni incalcolabili. L’emissione di polveri di calce e fumi nauseabondi, la creazione di discariche abusive a cielo aperto, hanno compromesso la fertilità dei terreni e minato la salute di generazioni di recalesi. Nel 2003 Porfidia firmò un’ordinanza in cui disponeva la chiusura dell’impianto e la bonifica della zona”.

as. fe, dal Corriere di Caserta

Comunicato stampa, 16 dicembre 2008

Farmer Market: spesa a km zero a Casapulla

Nasce a Casapulla il Mercato di Campagna Amica (Farmer Market), il mercato degli agricoltori che consente l’incontro diretto tra produttori e consumatori. L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Coldiretti di Caserta, si pone l’obiettivo di valorizzare la filiera corta che, abbreviando il percorso dalla terra alla tavola, offre importanti vantaggi ai consumatori e agli imprenditori agricoli.
I primi possono infatti acquistare prodotti freschi, genuini, di origine certa, a prezzi contenuti. Per i secondi è un’opportunità per illustrare direttamente la qualità della loro offerta e l’accuratezza del loro lavoro: un’occasione per valorizzare un’attività strategica da cui dipendono le tradizioni e la cultura del territorio, la salute e la qualità dell’ambiente.
La prima edizione del Farmer Market di Casapulla si terrà domenica 21 dicembre a partire dalle ore 10.00 in piazza San Bellarmino (piazza Mercato): in uno degli spazi più attrezzati per ospitare l’evento, dove i consumatori troveranno un vasto assortimento di prodotti locali: dal vino ai salumi, dai formaggi, agli ortaggi, dall’olio al miele, fino al latte, a prezzi corti, perché venduti direttamente dai produttori. Sono solo alcuni dei prodotti che verranno esposti, venduti e che potranno essere assaggiati. Qualità e risparmio sono le regole dei Mercati di Campagna Amica di Casapulla che, per ora parte in fase sperimentale, ma che si candida a diventare un punto di riferimento per i consumatori della nostra città e di tutta la Conurbazione, che sapranno apprezzare l’occasione di fare la spesa a prezzi corti.
Il Comune di Casapulla ha voluto fortemente patrocinare e sostenere la nascita del Mercato di Campagna Amica, perché consente una spesa intelligente e conveniente. Il “mercato dei prodotti agricoli a km 0” infatti è uno strumento innovativo per combattere il carovita, terreno su cui l’Amministrazione Comunale sta lavorando con impegno, anche con una serie di iniziative avviate in collaborazione con i commercianti e gli operatori del settore.

Comune di Casapulla, comunicato stampa

 

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Il Corriere di Caserta, 15 dicembre 2008

Recale Porfidia ha chiamato a raccolta i consiglieri di maggioranza

Puc, c’è attesa per l’ok in giunta

RECALE (a.f.) - Il sindaco Americo Porfidia ha sondato il terreno per farsi un quadro chiaro delle intenzioni della maggioranza in materia urbanistica. L’incontro con i consiglieri si è tenuto venerdì sera. Un appuntamento prima di portare il Puc in giunta per mettere ai voti degli assessori una prima bozza. Il tema è stato questo. E al suo fianco c’erano anche il vicesindaco Francesco Ommeniello, gli assessori Andrea Mastroianni e Francesco Porfidia. Su un punto il primo cittadino è stato chiaro: questa volta dobbiamo consegnare nelle mani del paese il nuovo strumento urbanistico, altrimenti mi dimetto. Il leader dell’Italia dei Valori intende mettere un punto fermo sulla questione del piano urbano comunale. Ad agosto i cittadini, le associazioni e tutte le categorie sociali hanno potuto presentare osservazioni e consegnare all’Ente, in busta chiusa, diversi spunti di riflessione da presentare ai tecnici incaricati dall’Ente alla stesura del Puc. E sullo stesso argomento anche Cruna, l’associazione ambientalista operante da anni sul territorio, ha convocato un dibattito pubblico al fine di dare la parola agli amministratori per sapere quale orientamento sarà adottato. E’ stata invitata a partecipare anche Lucia Esposito, assessore provinciale all’Ambiente.

a.f., dal Corriere di Caserta

 

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Il Corriere di Caserta, 14 dicembre 2008

L’assessore provinciale con gli attivisti di Cruna

Ambiente, la Esposito in cattedra

RECALE (cs)- Alla prima edizione della manifestazione ambientalista “Tagliando Recale”, promossa dall’associazione “Cruna” per giovedì sarà presente come relatrice e come interlocutore istituzionale l'assessore provinciale all'Ambiente Lucia Esposito. Al tavolo della discussione, “Cruna” riunirà amministratori, politici, tecnici e cittadini. La manifestazione si terrà alle 18.30 nella sala della congregazione della chiesa di Santa Maria Assunta, in via Municipio messa a disposizione dal parroco don Franco Catrame. Dopo l’introduzione del portavoce dell'associazione ambientalista Vincenzo De Angelis saranno quattro i temi che affronterà “Cruna”: il futuro dell'area su cui oggi insiste il vecchio stabilimento dell'Industria Calce Casertana, la rilocazione del ripetitore di via Roma, il nuovo piano urbanistico comunale che l'amministrazione varerà il prossimo anno e il problema dei rifiuti. “Chi conosce “Cruna” - aggiunge De Angelis - sa che la nostra attività non si esaurisce col denunciare le criticità ambientali presenti in un territorio, ma alla denuncia associamo sempre dei percorsi che portino a delle soluzioni, se possibile, condivise. Lo abbiamo fatto in passato, e con esiti incoraggianti, siamo disposti a farlo per il futuro”.

cs, dal Corriere di Caserta

 

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Il Corriere di Caserta, 10 dicembre 2008

Puc, Porfidia ha deciso di rispondere all’invito dell’associazione Cruna

RECALE (s.f.) - L’invito dell’associazione Cruna è stato recapitato “per posta prioritaria” al primo cittadino Americo Porfidia. Ma il leader dell’Italia dei Valori non ha ancora assicurato la sua partecipazione al confronto pubblico in materia ambientale. Il si è arrivato, almeno per il momento e salvo imprevisti, dal delegato al ramo Pietro Mingione. La manifestazione si terrà il giorno diciotto, alle 18.30, nella sala della congregazione della chiesa di Santa Maria Assunta, in via Municipio, a Recale, messa a disposizione dal parroco don Franco Catrame. Però sono stati chiamati a partecipare anche gli esponenti della minoranza, guidati in aula da Patrizia Vestini. I volontari dell’associazione non hanno operato distinzioni politiche ma hanno inviato a tutti i componenti dell’assemblea cittadina la richiesta di partecipazione. Almeno quattro, i temi che l’associazione ambientalista intende affrontare: il futuro dell’area su cui oggi insiste il vecchio stabilimento dell’Industria Calce Casertana, la rilocazione del ripetitore di via Roma, il nuovo piano urbanistico comunale che l’amministrazione varerà il prossimo anno e il problema dei rifiuti. E in merito il portavoce di Cruna, Enzo De Angelis, ha chiarito: “Per quanto riguarda il Puc, ad esempio, noi immaginiamo uno strumento urbanistico infrastrutturale e di servizi che nasca dal dialogo tra amministratori e amministrati. Un piano partecipato, insomma, che non venga calato dall’altro e che non sia l’ennesimo piano edilizio sovradimensionato disegnato ad arte per accontentare i pochi di sempre a dispetto dei tanti”.

s.f., dal Corriere di Caserta

 

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Il Corriere di Caserta, 10 dicembre 2008

Inquinamento ambientale, Cruna in piazza per il “tagliando”

RECALE (cs) - Si chiamerà “Tagliando Recale” il dibattito organizzato dagli attivisti dell’associazione “Cruna”, organizzato per il 18 dicembre. Al tavolo della discussione, in uno spirito di confronto e di collaborazione, “Cruna” riunirà politici, amministratori, tecnici e cittadini. La manifestazione si terrà, alle 18.30, nella sala della congregazione della chiesa di Santa Maria Assunta, in via Municipio, a Recale, messa a disposizione dal parroco don Franco Catrame. “Ringrazio il sacerdote - dichiara il portavoce di Cruna Enzo De Angelis - per la disponibilità ci ha offerto. Quando gli abbiamo proposto di ospitarci, non ha esitato, e questo dimostra quanto grande sia il suo amore per la città”. Almeno quattro, i temi che l’associazione ambientalista intende affrontare: il futuro dell’area su cui oggi insiste il vecchio stabilimento dell’Industria Calce Casertana, la rilocazione del ripetitore di via Roma, il nuovo piano urbanistico comunale che l’amministrazione varerà il prossimo anno e il problema dei rifiuti. “Chi conosce Cruna - aggiunge De Angelis - sa che la nostra attività non si esaurisce col denunciare le criticità ambientali presenti in un territorio, ma alla denuncia associamo sempre dei percorsi che portino a delle soluzioni, se possibile, condivise. Lo abbiamo fatto in passato, e con esiti incoraggianti, per l’antenna Tim di viale Dei Pini, per quella dell’H3g, e siamo disposti a farlo per le altre questioni di cui parleremo il 18 dicembre”. E chiarisce: “Per quanto riguarda il Puc, ad esempio, noi immaginiamo uno strumento urbanistico infrastrutturale e di servizi che nasca dal dialogo tra amministratori e amministrati. Un piano partecipato, insomma, che non venga calato dall’altro e che non sia l’ennesimo piano edilizio sovradimensionato disegnato ad arte per accontentare i pochi di sempre a dispetto dei tanti”. Distinta e distante dai partiti politici, Cruna il 17 ottobre scorso ha compiuto cinque anni. Un lustro trascorso a combattere per imporre un principio fondamentale: il rispetto dell’ambiente, del territorio e dei cittadini nelle scelte amministrative. Da sola o insieme ad altri, a Recale ma anche in molti comuni della provincia, diverse sono state le iniziative promosse dal 2003 a oggi: petizioni popolari, cortei, dibattiti, convegni, campagne stampa di denuncia e di sensibilizzazione, pareri e relazioni tecniche. Un lavoro enorme che ha prodotto risultati indiscutibili e documentati.

cs, dal Corriere di Caserta

 

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Comunicato stampa, 9 dicembre 2008

A.s.d. Energie Nuove e Adiss Onlus organizzano una squadra di pallacanestro femminile.

A partire da gennaio 2009 sarà attivo a Caserta un corso di basket femminile che si terrà ogni lunedì alle 20.00 presso la palestra della Scuola Media Dante Alighieri.

Sarà possibile giocare a pallacanestro, sotto la tutela di un qualificato istruttore, e costruire insieme un team per disputare dopo l’estate i campionati di categoria.
Se vuoi cominciare una nuova attività sportiva, e ancora non hai deciso cosa fare. Se ami il basket, e vuoi partecipare alla costruzione di un nuovo gruppo, lavorare perché cresca e partecipi ai prossimi campionati... vieni a giocare con noi !

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni rivolgersi a Giandomenico Merola (cell. 3396373048) ed a Giuseppe De Liso (cell. 3286866894) oppure scrivere a posta@energienuove.org o a g.deliso@hotmail.it.

Comunicato energie nuove

 

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Il Corriere di Caserta, 7 dicembre 2008

Recale: scoperta una discarica abusiva, tre arresti

L’area di 3.200 metri quadri e i mezzi di trasporto sono stati posti sotto sequestro

Recale, discarica abusivaRECALE - Una discarica abusiva di 3.200 metri quadrati è stata scoperta dagli agenti del commissariato di Marcianise, coordinati dal primo dirigente Ettore Cecere, unitamente al personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale di Caserta, nel corso di alcuni servizi mirati alla salvaguardia dell’Ambiente. Venerdì mattina le forze dell’ordine, dopo una serie di indagini incrociate, hanno arrestato Mario Iodice, residente a Portico diCaserta, B.P. di 40 anni, originario diRecale, che operava per conto di una ditta edile di S.Prisco e il custode della discarica F. P. Il primo è finito in cella perchè secondo quanto riferito dai militari, senza la prescritta autorizzazione, gestiva un’attività di raccolta, stoccaggio, recupero e smaltimento rifiuti pericolosi e non pericolosi. E gli altri due, invece, sono ritenuti a conoscenza dell’attività illecita. Nell’area allestita a discarica vi erano stati già sversati in modo incontrollato circa 1200 metri cubi di rifiuti di vario tipo e pericolosità. Anche questi sono stati posti sottosequestro dagli agenti del commissariato e inviati nei laboratori dell’Agenzia regionale per l’Ambiente Campana. Tra i materiali illecitamente stoccati vi erano anche pannelli d’amianto, rottami di ferro, batterie d’auto, frigoriferi, pneumatici, plastiche, bombole per ossigeno e gas, tutti materiali. L’operazione rientra nell’ambito di una pregressa opera di mappatura dei siti oggetti di sversamenti illeciti dei rifiuti. Per il 42enne sono scattate le manette ai polsi quando sul posto è giunto il camion condotto da F.P. Non solo sono stati messi i sigilli all’area, ma sono stati sequestrati i mezzi d’opera utilizzati per condurre il materiale pericoloso nel sito.
Il decreto legge numero 172 varato dal consiglio dei ministri il 6 novembre del 2008 prevede che: “chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi”. Inoltre sempre nella stessa misura entrata in vigore per far fronte all’emergenza rifiuti che ha attangliato l’intera Regione Campania è scritto: “I titolari di imprese ed i responsabili di enti che abbandonano, scaricano o depositano sul suolo o nel sottosuolo in modo incontrollato e presso siti non autorizzati i rifiuti, ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee, sono puniti con la reclusione da tre mesi a quattro anni se si tratta di rifiuti non pericolosi e con la reclusione da sei mesi a cinque anni se si tratta di rifiuti pericolosi”.
In sintesi chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza dell’autorizzazione, iscrizione o comunicazione prescritte dalla normativa vigente è punito: con la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni, nonchè con la multa da diecimila euro a trentamila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi. Invece, con la pena della reclusione da uno a sei anni e con la multa da quindicimila euro a cinquantamila euro se si tratta di rifiuti pericolosi.

Assunta Ferretta, Il Corriere di Caserta

 

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Comunicato stampa, 4 dicembre 2008

Divertiamoci senza farci male, la Protezione civile a scuola

“Iniziative come questa sono importanti per sensibilizzare i nostri giovani. E i ragazzi di San Marco hanno mostrato attenzione e consapevolezza dei rischi. L’augurio è che il messaggio arrivi anche ai genitori, perché purtroppo spesso il cattivo esempio arriva proprio dai più grandi”. Nicola Paccone, recentemente indicato dal sindaco Gabriele Zitiello quale nuovo coordinatore del Nucleo di Protezione civile di San Marco Evangelista, commenta soddisfatto l’esito della due giorni di “Divertiamoci senza farci male”, manifestazione organizzata in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Raffaele Viviani e con il Comando di Polizia Municipale, per sensibilizzare i ragazzi sull’uso e sui rischi dei fuochi pirotecnici. In due giorni la Protezione civile sammarchese ha incontrato gli alunni delle elementari e quelle delle scuole medie spiegando la pericolosità di alcuni fuochi e soprattutto i rischi degli incidenti del cosiddetto “giorno dopo”, quelli dovuti a causa dei botti inesplosi. “I ragazzi apprendono presto, l’iniziativa è stata importante”, ha commentato il comandante della Polizia Municipale, il tenente Giuseppe Castiello che ha voluto anche ringraziare “il 118 della Misericordia, la Polizia di Stato ed il nucleo della Protezione civile di San Nicola la Strada che sono venuti a portare le loro testimonianze ed il loro contributo”.
A rappresentare l’Amministrazione comunale, l’assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Ferraiuolo e la consigliera con delega alle Pari Opportunità Maria Di Blasio.

Ufficio stampa, Comune di San Marco Evangelista

 

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