Le sezioni dei Giovani Democratici di Casagiove, Recale e San Nicola la Strada scendono in piazza per spiegare perché l'impianto di trattamento dei rifiuti umidi in progetto nell'area ASI è una scelta sbagliata.
Il comune di Caserta sembra intenzionato, senza esclusione di colpi, a proseguire sulla strada della realizzazione del biodigestore incurante della contrarietà di decine di migliaia di cittadini della conurbazione casertana, rappresentati dagli amministratori locali già pronunciatisi nel merito in un consiglio intercomunale il mese scorso. Davanti all’indifferenza dell’ente casertano, le sezioni dei Giovani Democratici di Casagiove, Recale e San Nicola la Strada, impegnate da maggio scorso nella lotta contro l’impianto, hanno deciso congiuntamente di affiancare l’azione degli amministratori nell’opposizione alla scelta di Ponteselice, pur restando favorevoli alla localizzazione in altra zona lontana dai centri abitati e pur ribadendo l’importanza della conclusione del ciclo integrato dei rifiuti. Già nei giorni scorsi i circoli hanno organizzato gazebo informativi, e continueranno questa attività per le prossime settimane.
«Scenderemo in piazza – esordisce Michele Landolfo, Segretario Gd Recale - e spiegheremo ai cittadini i motivi di una contrarietà non estemporanea, non istintiva. Infatti, solo dopo aver valutato i pro e contro di un simile impianto, abbiamo congiuntamente assunto una posizione chiara assieme ai circoli di San Nicola la Strada e Casagiove. Non possiamo accettare decisioni calate dall'alto, con ricadute dirette sui cittadini dei comuni limitrofi senza nemmeno interpellarli. Quella del comune di Caserta è una scorrettezza istituzionale grave, immotivabile. Dunque, diciamo "No" pure perché riteniamo, al di là delle obiezioni tecniche, che scelte di una tale invadenza vadano discusse e affrontate di concerto con gli amministratori dei comuni inevitabilmente coinvolti».
Dello stesso avviso Marco Macca, Segretario Gd Casagiove, che aggiunge un ulteriore elemento: «Vogliamo aprire una parentesi sulla tariffa dei rifiuti smentendo le voci che promettono sgravi in bolletta per i cittadini del capoluogo: la tariffa è determinata dall’Ente d’Ambito ai sensi dell’art. 238 del decreto legislativo 152/2006, applicata all’utenza per la copertura dei costi complessivi correlati ai diversi segmenti del ciclo nel territorio dell’ATO, eventualmente individuati, modulata, per ciascun Comune, tenuto conto delle percentuali raggiunte di riduzione, riutilizzo, raccolta differenziata e qualità del materiale raccolto, valutate secondo i parametri individuati con le linee guida stabilite dalla Regione Campania. Proprio per questo tutti i comuni, appartenenti all’Ambito territoriale ottimale, che beneficiano dello smaltimento dell’umido attraverso il biodigestore avranno una riduzione della tariffa sui rifiuti, indipendentemente dalla localizzazione. E proprio sulla localizzazione, così come la tariffa, spetta all'ATO e non ad un singolo Comune decidere».
Non risparmia critiche Albino Di Chiara, Segretario Gd San Nicola la Strada, che tuona: «Quella di Caserta è una scelta infelice, in un’area a quattro passi dal centro abitato e dalla Reggia sembra un salto all’indietro quando neanche veniva considerata l’importanza del monumento borbonico. Quella di Caserta è una scelta sbagliata e contraddittoria visti i progetti che si stanno mettendo in campo per la riqualificazione di tutto l’asse vanvitelliano. Queste motivazioni, l’errata localizzazione e uno sviluppo che punti sul turismo e la riqualificazione ci spingono, come sezione GD di San Nicola, a scendere in piazza per informare i cittadini, facendolo congiuntamente con le sezioni Gd di Recale e Casagiove, perché a nostro avviso Caserta è la conurbazione meritano altro!»
In ultimo, dopo aver appreso delle iniziative di altri gruppi politici in forza della battaglia, i tre segretari sorpresi fanno sapere di essere contenti per l’allargamento del fronte contrario all'impianto, il quale oggi assume una trasversalità nello scacchiere politico utile ad irrobustire anche la portata della protesta. Dunque, nonostante il cospicuo ritardo rispetto ai tempi della vicenda, sembrerebbe proprio il caso di richiamare il proverbio “meglio tardi che mai".