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 "STORICA" SENTENZA DEL TAR CAMPANIA
 
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CONFERENZA STAMPA DI CRUNA
Recale, 19 maggio

TAR: sulle antenne decide il Comune
dal Mattino - 11.05.06

POLVERE DI CALCE SUI TETTI E NEI POLMONI
Nuovo allarme ambiente a Recale

Melillo: "Il piano di localizzazione è un primo frutto delle lotte di Cruna" - 17.01.2006

 

Macerata Campania: la relazione di Melillo al convegno
10 dicembre 05

Cruna: il regolamento di Macerata è da rifare
dal Giornale di Caserta

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANTENNE: IL TAR PROMUOVE IL PIANO DI LOCALIZZAZIONE

Respinto il ricorso della TIM contro il Comune di Recale

 

 

Con sentenza del 26 aprile 2006 il Tar Campania ha respinto un ricorso della TIM, che chiedeva di annullare il provvedimento con cui il Comune di Recale aveva respinto la richiesta di installare un ripetitore UMTS su un edificio di via Andolfato.

 

La TIM aveva impugnato il provvedimento sostenendo che l'individuazione da parte del comune di un unico sito - quello cimiteriale - per l'installazione degli impianti di telefonia mobile sarebbe in contrasto con il principio di assimilazione delle infrastrutture delle reti pubbliche di comunicazione alle opere di urbanizzazione (sancito dal Codice delle Comunicazioni elettroniche del 2003).

Inoltre, la TIM chiedeva l'annullamento delle disposizioni del Regolamento Comunale perché, attraverso tale strumento, al comune sarebbe consentito di realizzare un controllo di tipo sanitario, assolutamente escluso dalla normativa di settore.

In sostanza, il gestore ha messo in campo l'ormai collaudato sbarramento legislativo che ha finora bloccato ogni tentativo degli Enti locali di riappropriarsi del governo del proprio territorio in materia di elettrosmog.

 

Ma stavolta (e probabilmente per la prima volta) il copione tante volte replicato ci ha riservato un finale diverso: la sentenza sottolinea che il Comune di Recale non ha operato un divieto generalizzato all'installazione di nuovi impianti di telefonia mobile. Le misure adottate dal Comune appaiono «... frutto di una ragionevole attività istruttoria volta, nella considerazione delle diverse esigenze (pubbliche e private) compresenti nella fattispecie, alla ricerca ed alla individuazione della soluzione più valida al fine del necessario contemperamento delle stesse; ...»

 

In effetti, dopo la travagliata adozione del Regolamento sulle emissioni EM, il Comune di Recale ha fatto proprie le indicazioni elaborate dall'associazione ambientalista CRUNA e ha compiuto due scelte importanti:

- ha incaricato il Dipartimento di Scienze Ambientali della SUN di accertare l'idoneità tecnica del sito individuato per l'insediamento dei futuri impianti;

- ha incaricato l'avv. Luigi Adinolfi, indicato dall'associazione CRUNA, di assumere la difesa del Comune nei ricorsi contro il Regolamento e di affiancare l'azione amministrativa in materia.

 

Un primo frutto di questa strategia si è raccolto lo scorso gennaio: di fronte al piano di localizzazione messo a punto dai ricercatori della SUN il gestore Ericsson

dichiarava la propria disponibilità a localizzare i propri impianti nell'area indicata.

La TIM invece presentava il ricorso che è stato respinto in questi giorni.

 

Quali che siano gli sviluppi futuri, questa vittoria conferma che gli Enti locali possono recuperare un ruolo di controllo del territorio se riescono a stabilire un giusto rapporto di collaborazione con le associazioni che si battono contro lo strapotere dei gestori di telefonia. Da questa sinergia si può sviluppare un’iniziativa che - senza essere ‘punitiva’ nei confronti dei gestori o degli utenti di telefonia mobile - punti a salvaguardare il territorio e la salute dei cittadini utilizzando le migliori competenze disponibili.

 

red diesserecale

 

scaricascarica la sentenza del TAR (documento word, 18,5 Kb)

 

 

LA CONFERENZA STAMPA DI CRUNA

«Modello Recale», una strategia vincente


19 maggio 2006 – Sala consiliare del Comune di Recale

 

conferenza stampa di Cruna

 

 

Domenico Melillo e Giuseppe Vanore, presidente di Cruna

(foto: cortesia Claudio Lombardi)

 

 

 

 

Il fatto
I fatti, prima di tutto. Con la sentenza dello scorso 26 aprile, il tribunale amministrativo regionale ha respinto un ricorso proposto dalla Tim, che chiedeva di annullare il provvedimento con cui il Comune di Recale aveva respinto la richiesta di installare un ripetitore con tecnologia umts su un edificio di via Andolfato. Il gestore ha impugnato il provvedimento, sostenendo che l’individuazione da parte del comune di un unico sito, quello cimiteriale, per l'installazione degli impianti di telefonia mobile era in contrasto con il principio, sancito dal Codice delle comunicazioni elettroniche del 2003, che ha equiparato le infrastrutture delle reti pubbliche di comunicazione – le stazioni radio-base, per intenderci – alle opere di urbanizzazione primaria. La Tim ha chiesto, inoltre, l'annullamento del Regolamento comunale perché, attraverso tale strumento, il comune può realizzare un controllo di tipo sanitario, assolutamente escluso dalla normativa di settore. In sostanza, il gestore ha messo in campo l'ormai collaudato sbarramento legislativo che ha finora bloccato ogni tentativo degli Enti locali di riappropriarsi del governo del proprio territorio in materia di elettrosmog. Ma stavolta (probabilmente per la prima volta in Italia) il copione ha riservato un finale diverso.

 

La sentenza
La sentenza ha ribadito che il potere regolamentare dei Comuni trova il proprio fondamento nella legge n. 36 del 2001, secondo cui essi «possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici». Quindi, il comune di Recale, individuando un sito unico, non solo non ha introdotto un divieto generalizzato all'installazione di nuovi impianti, ma ha adottato misure che sono, citiamo testualmente, il «frutto di una ragionevole attività istruttoria volta alla ricerca ed alla individuazione della soluzione più valida al fine del necessario contemperamento delle esigenze pubbliche e private». «La bontà della scelta operata – si legge sempre nella sentenza – risulta avallata e certificata dalla relazione tecnico-scientifica redatta dal Dipartimento di scienze ambientali della Seconda università degli studi di Napoli, con la quale è stata accertata l'idoneità tecnica della zona cimiteriale per l'insediamento dei futuri impianti. Non si tratta, quindi – continua il giudice amministrativo –, di una scelta dettata esclusivamente dall'esigenza di salvaguardare la popolazione da possibili rischi derivanti dall'inquinamento elettromagnetico (che pure i Comuni sarebbero legittimati ad attuare, in base un'interpretazione letterale della legge 36 del 2001), piuttosto di una valutazione finalizzata a tutelare anche le esigenze dei gestori alla copertura del segnale sull'intero territorio». Alle persone di buon senso potranno apparire ovvie, ma sono parole che fino ad oggi nessun giudice ha mai pronunciato, e ci auguriamo che saranno confermate anche dal Consiglio di Stato, qualora il gestore vorrà presentarvi ricorso.

 

La conferenza stampa
Oltre che per rendere pubblica questa sentenza per molti aspetti innovativi, la conferenza stampa di questa mattina serve, innanzitutto, per chiarire dei passaggi. Se oggi è possibile parlare di un “modello Recale” in tema di elettrosmog, lo si deve, essenzialmente, ad un gruppo di cittadini che dal 2003 si occupano, con tenacia, di questa materia. Il Comune di Recale in questi due anni e mezzo ha avuto un solo merito, grandissimo: quello di aver fatto proprie – per la verità, non sempre in modo automatico – le indicazioni elaborate da quei cittadini, compiendo delle scelte importanti:
1. ha adottato un regolamento;
2. lo ha modificato, assorbendo quasi tutti i rilievi sollevati da Cruna;
3. ha chiesto al Dipartimento di scienze ambientali della Seconda università di Napoli di accertare l'idoneità tecnica della zona cimiteriale per l'insediamento dei futuri impianti;
4. ha incaricato l'avvocato amministrativista Luigi Adinolfi, indicato da Cruna, di assumere la difesa dell’ente nei ricorsi contro il Regolamento.
A noi, intendiamoci, non serve che qualcuno ci dica che siamo bravi e non coltiviamo la velleità di occupare le pagine dei giornali. Se siamo qui, questa mattina, è perché dietro Cruna ci sono settecentouno recalesi che hanno firmato una petizione contro l’istallazione indiscriminata delle antenne; almeno trecento che sono scesi in piazza a manifestare; e non meno di centocinquanta che hanno partecipato ad un dibattito pubblico. È anche per il rispetto di quelle persone che abbiamo pensato di convocare gli organi di informazione.


Il futuro
Per il futuro ci aspettiamo, nel rispetto della sentenza, che il consiglio comunale di Recale integri il regolamento, introducendo un termine perentorio entro il quale deve essere approvato il piano delle istallazioni, al fine di non ritardare i tempi di realizzazione dei nuovi impianti. Poi, vorremmo che dalla semplice indicazione dell’area cimiteriale come sito unico per le nuove antenne si passi alla creazione di una piattaforma che possa accogliere realmente i ripetitori. Una struttura che, oltre ad essere idonea dal punto di vista tecnico, sia anche economicamente favorevole per i gestori, così da spingerli a trasferirvi anche gli impianti istallati prima dell’adozione del regolamento. Infine, ci piacerebbe che il Comune di Recale cominciasse a discutere dei piani di copertura dei gestori almeno a livello di comprensorio. In quest’ottica, è positivo l’orientamento dell’amministrazione provinciale di offrire agli Enti locali linee guida in materia di telecomunicazioni nell’ambito dell’applicazione della legge regionale 16 del 2004 sull’urbanistica.

 

CRUNA, Associazione Onlus