Si fa fatica a credere che nell'Ordine del giorno del Consiglio Comunale di Recale convocato per martedì 2 compaia, fra gli altripunti, la «Costituzione Consorzio Autorità d'Ambito ATO 5 'Terra di Lavoro' per l'organizzazione del servizio idrico integrato». Il civico consesso verrà chiamato a deliberare l'adesione ad un organismo nato morto:
già da due anni, infatti, la legge 42/2010 ha stabilito la soppressione degli ambiti territoriali del servizio idrico integrato. Non a caso una settimana fa il sindaco di Macerata Campania, Luigi Munno, ha presentato un ricorso contro la costituzione del nuovo ATO voluta dall'amministrazione provinciale. È del tutto evidente che solo un 'ordine di scuderia' del presidente Domenico Zinzi può aver convinto l'amministrazione comunale a compiere una scelta destinata a generare confusione e conflitti nel settore del servizio idrico, già carico di problemi irrisolti. Nonostante le affermazioni propagandistiche secondo cui gli organismi del nuovo carrozzone non dovranno percepire compensi, è evidente a tutti che questo futuro consorzio produrrà un aggravio di costi e un peggioramento del servizio, tutto a spese dei cittadini. In un momento di così grave crisi e di tanta difficoltà per i bilanci familiari, è davvero immorale bruciare soldi per un ennesimo ente inutile, la cui unica funzione sarà quella di distribuire incarichi e consulenze. Tanto più che le misure per il contenimento della spesa pubblica varate dal governo vietano chiaramente agli enti locali di costituire nuovi organismi, il che costituisce una seconda ragione di illegittimità dell'adesione al nuovo Ambito.
Il Partito Democratico di Recale fa appello ai consiglieri comunali, alle forze politiche, ai cittadini, perché si possa scongiurare questa adesione improvvida, dannosa e grottesca: facciamo prevalere la ragione e gli interessi dei cittadini sulle logiche della gestione del potere, teniamo fuori il Comune di Recale da un ATO mai nato, e lavoriamo invece per ottenere un servizio idrico integrato migliore e con minori sprechi.