Fuga da Appiatraz

Anche il Comune di Casapulla vuole lasciare l'Unione Appia

Aria di smobilitazione nell’Unione Appia, il Consorzio di Comuni che raggruppa Casagiove, Casapulla, Curti, Recale, San Prisco, Macerata Campania e Portico: anche il Comune di Casapulla sembra intenzionato a lasciare.

casapulla - chiesa S. ElpidioNonostante nell'ultimo Consiglio comunale sia stata rinviata la discussione del punto all'ordine del giorno che prevedeva la recessione dall’organo sovracomunale, la decisione sembra imminente. Il vicesindaco Domenico Carrillo ha infatti puntualizzato: «L’altra sera, durante il pre-consiglio, abbiamo ricevuto un fax da parte del sindaco di Recale Patrizia Vestini, la quale annunciava la sua rinuncia a ricoprire il ruolo di presidente dell’Unione, visto che il suo Comune a breve uscirà dall’organo. Inoltre, il primo cittadino di Recale chiedeva all’attuale presidente Domenico Ventriglia la convocazione di un’assemblea straordinaria, durante la quale discutere il definitivo scioglimento dell’Unione dei Comuni. Abbiamo deciso di aspettare l’esito di questo vertice. Se effettivamente, l’organo sovracomunale cesserà di esistere andremo a risparmiare la quota annuale; in caso di recesso di tipo unilaterale, saremo costretti a pagare l’intera quota. Per questo abbiamo deciso di rinviare il punto all’ordine del giorno, in attesa dell’incontro che sarà convocato dal presidente Domenico Ventriglia, sindaco di Curti». D'altra parte, la stessa Giunta dell'Unione Appia nella seduta del 30 novembre ha convocato un'ulteriore riunione per deliberare in merito “allo scioglimento o al mantenimento in vita dell'Unione dei Comuni”.

Insomma, questo organismo che doveva permettere ai Comuni consorziati di gestire congiuntamente tanti servizi comunali ottenendo risparmi economici e razionalizzazione, sembra destinato ad essere l'ennesima occasione mancata per la nostra zona. È sufficiente uno sguardo al sito delle Unioni dei Comuni dell'ANCI per scoprire quante opportunità per le collettività locali sono state create mettendo insieme strutture tecniche, progettualità, servizi di più Comuni e per comprendere che le buone pratiche amministrative non sono il frutto di condizioni particolari o di strane congiunture, ma dipendono dalla qualità politica ed umana degli amministratori che liberamente ci scegliamo.

 

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